Un camion dell'Ama (foto LaPresse)

Valeriani risponde a Montanari sui rifiuti di Roma: “In Campidoglio affrontino la realtà”

Valerio Valentini

Parla l’assessore regionale. “Il Comune ha tanti buoni propositi per il futuro. Pensasse ogni tanto al presente…”

Roma. E quindi no, la discarica Roma a no. La dichiarazione ufficiale dell’assessore ai rifiuti del Campidoglio, Pinuccia Montanari, irrompe nel bel mezzo dell’intervista. Massimiliano Valeriani, il suo omologo in Regione Lazio, legge sbrigativamente l’agenzia che i suoi collaboratori gli mostrano, e poi sbuffa. “Ah, bene. Vedo che la Montanari non la vuole”.

 

Dice che i romani non accetterebbero mai una nuova discarica.

“Già. E dice pure, a quanto vedo, che il Campidoglio intende ‘proporre un impianto di servizio tecnologicamente avanzato per trattare l’indifferenziato che Roma produce’”.

 

E’ scettico, assessore Valeriani?

“Per carità, io sono sempre favorevole a soluzioni tecnologicamente avanzate. Sono però anche curioso di capire, nel concreto, quali siano. Se ci sono davvero alternative mirabolanti, a quelle più o meno tradizionali, mi auguro allora che il Comune di Roma le metta in pratica al più presto”.

 

E nel frattempo?

“Ecco, questo è il problema: il frattempo. L’amministrazione di Virginia Raggi ha molti buoni propositi, per il futuro, quasi tutti condivisibili: l’economia circolare, il potenziamento della differenziata, il riuso. Solo che mentre si cerca di realizzare questa transizione, c’è da gestire l’ordinario. Insomma, la giunta capitolina dovrebbe smettere di pensare alla realtà ideale, e concentrarsi invece sulla realtà reale”.

 

La Raggi dice che però è la Regione la colpevole. Perché non fate, questo benedetto “Piano dei rifiuti”?

“Perché, per legge, devono essere le province a indicare le aree destinabili allo smaltimento dei rifiuti. Abbiamo avviato l’iter, stiamo procedendo con le audizioni e gli incontri. Ma non è un lavoro banale, anche perché molti dei dati finora acquisiti vanno aggiornati”.

 

E la Città metropolitana di Roma?

“A Roma bisognerebbe fare innanzitutto un bel bagno di realismo, anche perché le altre province si sono stufate di fare da pattumiera della Capitale”.

 

Ma la Montanari è categorica: a Roma niente discariche.

“Dovremmo ricordarci tutti qualche numero, forse”.

 

Tipo?

“Nel Lazio vengono prodotte ogni anno tre milioni di tonnellate di rifiuti ogni anno. Di queste, il 57 per cento viene generato a Roma. E però, del milione e 700 mila tonnellate di immondizia romana, 900 mila tonnellate vengono trasferite altrove. Per capirci: vuol dire che ogni giorno i camioncini portano 2.400 tonnellate di rifiuti fuori dai confini di Roma, e in particolare nelle province circostanti. Le quali, ovviamente, non sono più disposte a tollerare questa situazione”.

 

E la differenziata? Perché non puntarci di più?

“Ben venga la differenziata. Ma anche in questo caso: non si può restare inermi, mentre si attende che un glorioso futuro si compia. Anche perché, se guardiamo alle cifre attuali, non c’è di che essere entusiasti”.

 

Roma procede a rilento?

“Se stiamo al piano industriale di Ama, sì. La municipalizzata puntava al 55 per cento di indifferenziata nel 2018, a Roma, e siamo invece al 44 per cento. Cioè, per capirci, quattro punti in meno rispetto al tasso previsto per l’anno scorso”.

 

L’obiettivo del 70 per cento, fissato al 2021, rischia insomma di saltare?

“Questo non spetta a me dirlo. Da parte della regione c’è il massimo impegno a sostenere il Comune di Roma, e tutte le altre amministrazioni locali, negli sforzi per uno smaltimento intelligente dei rifiuti, e nel sostegno dei comportamenti virtuosi. Avere approvato la Tarip sta lì a dimostrarlo: vogliamo mettere i Comuni nelle condizioni di far pagare una tariffa inferiore ai cittadini più responsabili”.

 

Entrerà in vigore solo nel 2020, però.

“E’ vero. Ma è un segnale di come la Regione voglia essere partecipe di questo processo di transizione. Solo che nel frattempo bisogna pensare al presente”.

 

E quindi aprire almeno una discarica anche a Roma?

“Non spetta a me dire alla Raggi cosa deve fare. Non mi intrometto. Spero solo che al Campidoglio sia ben chiara la gravità della situazione romana. E’ bastato il ponte di San Pietro e Paolo, per fare strabordare i cassonetti. Questa estate si rischierà il solito collasso”.