Il vescovo che scappa
Chiesa cilena distrutta, i reporter inseguono un monsignore che salta dalla finestra. Proposte provocatorie
Il cellulare suona ed è il cardinale che quattro giorni prima mi aveva accolto a casa sua per una limonata (bevanda) e quattro chiacchiere sullo stato della chiesa. Sms: “Guardi il video del vescovo cileno scappato dalla finestra”. Non capisco di che parli, ma cerco un po’ su Google e trovo il filmato. Siamo in Cile, una troupe giornalistica va a cercare Horacio Valenzuela, uno dei tanti vescovi cileni fatti fuori dal Papa perché coinvolti a vario titolo nell’insabbiamento degli abusi sessuali riconducibili a membri del clero locale su minori. Valenzuela è un gagliardo sessantaquattrenne e a quanto pare è pure in forma. Il video è da “Zelig”: la cronista bussa alla porta, nessuno risponde. La segretaria inizia a preoccuparsi, aprono la porta e il vescovo non c’è. Però la finestra è aperta. Lui è fuori che tenta di tagliare la corda. “Questo è il manifesto per lo stato marcescente della chiesa in Cile”, mi dice il cardinale. “Non servono altre parole, documenti, analisi. E’ tutto lì. Il vescovo che scappa da una finestra”. Gli domando cosa serva ora, come il Papa possa evitare la caduta traumatica nel baratro: “Deve azzerare tutto a partire da chi la chiesa cilena l’ha comandata per vent’anni. E’ un compito da far tremare i polsi, perché non è possibile trovare vescovi ‘nuovi’ e immuni da tutto quel che c’è stato laggiù”. Soluzioni? “Non nominare i vescovi. Lo so, sarebbe un’azione di rottura, ma secondo me farebbe bene a tutti. Intanto, si bloccherebbero ambizioni di carriera coltivate sullo scandalo dei preti pedofili e poi si darebbe un chiaro messaggio che in questa lotta non si faranno prigionieri”.