Sapori e monnezza
Ricciole marinate e chef tatuati, carbonare e granchi con patate. Roma è una giungla, ma almeno si mangia
Dopo le pecore per tagliare l’erba, l’invasione dei ratti a Prati, i cinghiali a Roma nord e i serpenti in centro (ne sono stati avvistati diversi in via Brunetti, a due passi da piazza del Popolo), in questa giungla quotidiana è sempre più difficile (soprav)vivere. Tra luci al neon bianche come i gazebo, a loro volta orrendi come i pantaloncini alla caviglia e i sandali in finta pelle di alcuni (troppi!) turisti che li indossano, da queste parti imperversano ristoranti con piatti improponibili e cari. Meno male che dal 20 settembre prossimo, i Giardini Pensili dell’Auditorium Parco della Musica torneranno a ospitare Taste of Roma, giunta quest’anno alla settima edizione, un’occasione unica per avvicinarsi ai grandi chef, incontrarli dal vivo e assaporare la loro idea di cucina espressa in quattro portate accessibili a tutti, da 6 a 10 euro ma si paga in sesterzi. Nel frattempo, ci scarrozzano a bordo di Vespe vintage per provare alcuni dei piatti in anteprima. All’Oro, il ristorante di Ramona Anello e dello chef Riccardo Di Giacinto presso il The H’all Tailor Suite, nuovo place to be capitolino, tutto è curato nei minimi dettagli: eleganti poltrone con porta borsa a scomparsa per signore, pregiati lampadari reclinabili, una cantina a vista, charme di tessuti e marmi. Il riassunto della carbonara servito all’interno di un guscio d’uovo è sublime. La pasta patate e granchio di Francesco Apreda, chef dell’Imago all’Hassler, incanta come il panorama mozzafiato che si gode a quell’altezza. L’Enoteca Achilli al Parlamento è il paradiso dei winelover con oltre seimila etichette, alcune delle quali introvabili, ma lì ci si va soprattutto per incontrare lo chef tatuato Massimo Viglietti, talmente rock che per la sua ricciola marinata, tapenade di olive e cioccolato bianco, si è ispirato alla tradizione esoterica e ai Radiohead, Give up the ghost: un invito o un consiglio?