Così stanno boicottando il referendum Atac
“In realtà il M5s ha paura della democrazia diretta”. Parla Riccardo Magi
Roma. “Il referendum ha un valore consultivo. Ne terremo conto per migliorare sempre di più il servizio”. Le parole della sindaca Raggi sul referendum per la liberalizzazione del Tpl non lasciano dubbi sul significato che la Giunta intende dare al voto: qualsiasi sia l’esito si andrà avanti con l’affidamento in house ad Atac.
“E’ molto grave che chi dovrebbe essere per la democrazia diretta poi dica cose del genere. La sindaca è senza pudore”, dice al Foglio il deputato di +Europa Riccardo Magi. “La prossima settimana in Campidoglio sarà ospitato il Global Forum for Democracy, un appuntamento internazionale in cui si parlerà di democrazia diretta nelle città. Il nostro è il primo referendum cittadino che si tiene da quando c’è Roma Capitale, ma la sindaca della democrazia diretta oggi lo sminuisce così. Forse lo teme”.
Raggi sostiene che il vostro quesito è posto male.
“Il quesito è stato dichiarato ammissibile, dopo una riformulazione, dalla commissione sui referendum del Comune che è un organo terzo, la sindaca lo sa bene”.
L’Assemblea capitolina ha approvato il regolamento sull’informazione per il referedum. Si sta facendo qualcosa?
“C’è un post in basso sull’homepage del sito del comune, ma per il resto non mi risulta siano state inviate comunicazioni via mail, né ci sia pubblicità sui canali social istituzionali o negli uffici anagrafici dei municipi”.
Il clima da “nazionalizzazione” che ha seguito il crollo del Ponte Morandi può influenzare il voto dei romani?
“Può se ne viene fatto un racconto errato. Questo referendum vuole esaltare il ruolo del pubblico che deve fare programmazione e controllo, un ruolo che in questo momento il comune non svolge in quanto allo stesso tempo controllato e controllante. Quella di Genova è anche una questione di mancato controllo. Mentre la fisiologia dei rapporti vuole proprio che il pubblico sia il controllore”.
Martedì la sindaca ha presentato dei conti semestrali positivi: si parla di 5,2 milioni di utili. Insomma è iniziato il risanamento.
“La sindaca ha presentato dei dati completamente campati in aria: non c’è ancora il bilancio approvato del 2017 e soprattutto non c’è alcun dato che dimostri il miglioramento del servizio, anzi il numero di chilometri offerti è diminuito. La giunta interpreta il concordato come un modo per cercare di migliorare le finanze di Atac, a scapito del servizio”.