De Finis, “antropologo, filmmaker, artista” e… amico del vicesindaco
Ritratto del nuovo responsabile del Macro di Roma
Roma. “Antropologo, filmmaker, artista e curatore indipendente”, così si definisce Giorgio de Finis, nuovo responsabile del Macro di Roma. Ha scritto un’infinità di libri, quasi tutti per l’editore non proprio mainstream Bordeaux. Con il suo film documentario “Diari dalla megalopoli. Mumbai” ha vinto il “Premio Zevi per la Comunicazione dell'architettura”. Ma è soprattutto celebre per aver fondato e diretto il “Maam – Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz-città̀ meticcia”, rivoluzionario esperimento di occupazione in via Prenestina, da sei anni “spazio occupato da diverse famiglie di immigrati in un continuo dialogo tra opere d’arte e vita di tutti i giorni, dove mistico e grottesco si plasmano insieme”. “Qui ogni opera riporta all’aspetto simbolico e sociale di questo luogo estremamente affascinante e in continua trasformazione”, secondo l’autodefinizione. De Finis ha detto che per lui un museo del contemporaneo oggi “dovrebbe essere una piazza, meglio una casa, un luogo dove incontrare l’arte (ma mentre si fa) e soprattutto incontrare gli artisti. Uno spazio vivo, gratuito, pubblico. Che agisca come un incubatore di nuove mutazioni. Una grande macchina relazionale in grado di operare in condizioni di attrito minimo e che si ponga come obiettivo la trasformazione di chi la attraversa e non lo svago del visitatore”. Sodale del vicesindaco Luca Bergamo, che l’ha scelto senza bando, de Finis se lo ricordano alla Rai come regista negli anni Ottanta. Il “de” è rigorosamente minuscolo.