Guerre episcopali
Così il cardinale, bevendo un caffè allungato (con acqua), illustra il conflitto tra curia e vescovi americani
"Suggerisco al cardinale di ridurre un po’ i caratteri della app del suo programma di posta elettronica, perché così le mail che ha scaricato sono visibili a diversi metri di distanza. “Sì ma non ci vedo, io”, ribatte lui come punto sul vivo. Cambio argomento. Mentre beviamo il caffè un po’ acquoso – “Eheh, non è espresso questo” – mi spiega che dagli Stati Uniti arrivano notizie importanti. Altri vescovi indagati?, domando. No, però la questione c’entra.
“Il Vaticano con una lettera della congregazione per i Vescovi ha bloccato ogni misura della Conferenza episcopale americana finalizzata a far fronte agli episodi di abuso sessuale su minori”. Perché? “Si è stabilito che nulla può essere deciso prima dell’assemblea straordinaria che si terrà a Roma con tutti i presidenti delle conferenze episcopali nazionali”. Il cardinale termina il suo caffè e ne domanda subito un altro, che il solerte segretario gli porta poco dopo. “E’ interessante. In una chiesa che predica ormai la sinodalità e la collegialità come paradigmi, si impone a un episcopato rilevante e di peso come quello statunitense di non rilasciare alcun documento ufficiale fino a quando Roma non darà il via libera”. E’ ormai una guerra aperta tra i vescovi americani e il Vaticano? “Non si prendono molto, è vero. Ma la battaglia è prima di tutto interna a quel mondo episcopale, con la leadership attuale continuamente avversata dal cardinale Blase Cupich, arcivescovo di Chicago e avamposto americano del nuovo corso romano. Ne vedremo delle belle”.