Più della Raggi poté Netflix
Fa piacere sapere che anche il M5s si sia accorto che il privato non è il male
Che sia più bello del tristemente noto “Spelacchio” è fin troppo evidente. Facile, si dirà. Anche un’amministrazione inconcludente e caotica come quella guidata da Virginia Raggi è in grado di imparare dai propri disastri. Così nel 2018 Roma avrà un albero di Natale all’altezza della situazione. Uno di quelli che ti aspetti di trovare nella piazza di una grande capitale europea. Forse (ma aspettiamo l’8 dicembre, data in cui verranno accese le luci) persino più bello di quello della “capitale morale”, Milano. E con un moto d’orgoglio campanilistico verrebbe da gridare: “Daje! Stavorta amo vinto noi”.
Dal che si deduce che se volessimo vedere #Roma governata ad un livello almeno decente dovremmo affidarla a #Netflix. I #M5S se ne prenderebbero comunque il merito ma almeno vivremmo in una città civile. https://t.co/d15gS0VqVR
— Massimo Solani (@massimosolani) 4 dicembre 2018
Il segreto? Semplice, a occuparsi dell’albero non è stata Raggi, ma Netflix. Un’azienda privata che sa perfettamente il ritorno d’immagine che può arrivare da un investimento del genere. Dopotutto funziona ovunque così. E fa piacere sapere che anche il M5s si sia accorto che il privato non è il male. Certo, serve un comune capace di governare i processi e di attirare e coinvolgere aziende come Netflix. Anzi, vista la situazione di Roma, perché non affidiamo il governo della città a Netflix?