"Atac è salva, e siamo sulla strada giusta”, ci dice Meleo
L’assessore sorride dopo il sì dei creditori. “Ma il paragone con Milano non regge”
Roma. Nel giorno della sua, seppure parziale, vittoria, Linda Meleo deve sforzarsi non poco per trattenere il ghigno compiaciuto di chi rivendica un successo considerato da molti impossibile. “È una scelta di coraggio presa contro tutti quelli che ci davano dei pazzi e degli incompetenti”. L’assemblea dei creditori di Atac ha dato parere favorevole al piano di concordato proposto dall’azienda, e l’assessore capitolino ai trasporti esulta: “Il risultato dimostra che avevamo ragione. Ora attendiamo la conferma del tribunale fallimentare, ma si tratta di un ottimo risultato”.
Lo è anche per i cittadini romani, considerando che il mezzo miliardo di credito rientrerà nelle casse del loro comune, se tutto va bene, nel 2055?
“Ai cittadini romani sta a cuore l’efficienza del servizio. Se l’azienda fosse fallita, non ci sarebbe più nulla da fare. Atac invece ora è salva”.
Salva, ma non proprio in salute. Piuttosto, in agonia.
“Non condivido questo allarmismo. Il piano industriale approvato, oltre al rientro dal debito, prevede una complessa riorganizzazione dell’azienda: sono in arrivo 227 nuovi bus entro l’estate, oltre ai 25 elettrici che rimetteremo in strada e ai 100 che verranno presi a noleggio in tempi brevi”.
L’ultimo bando di acquisto di mezzi, a luglio scorso, era andato deserto.
“Per questo li abbiamo comprati tramite la piattaforma di Consip”.
Intanto i tassi di assenteismo sfiorano il 15 per cento. Com’è possibile?
“Abbiamo avviato i controlli su assenze e malattie, anche attraverso l’Inps. E nel patto sindacale firmato a fine 2017 è previsto un aumento della produttività”.
E poi ci sono quegli 8 milioni di chilometri non coperti rispetto al contratto di servizio. Anche questo apprezzano, i cittadini?
“Per questo abbiamo bisogno di nuove vetture”.
A proposito: il costo per vettura/chilometro è in costante aumento. Ogni mille metri percorsi, i bus e le metro di Roma bruciano il 50 per cento in più rispetto a quanto accade a Milano.
“Il paragone con Milano non regge. Roma è un’altra realtà: altre dimensioni, altro tipo di infrastrutture”.
Ma è stata la Raggi a dire che governare Roma è come governare le altre grandi città.
“Abbiamo un parco vetture con un’età media di dodici anni: difficile così essere competitivi. Ma la strada imboccata è quella giusta, e il via libera dei creditori al concordato lo dimostra”.
È anche una sua vittoria?
“Mia come cittadina romana? Certo”.
No: sua come assessore messa più volte in bilico, spinta alle dimissioni.
“Ai retroscena dei giornali non do mai troppo peso: anche per questo vado avanti”.