Il Papa rivoluziona il Coro pontificio
Il Pontefice nomina un sovrintendente in odor di promozione: il mite mons. Marini
L’arcivescovo mi dice che i tortiglioni broccoli e alici qui sono fantastici, ma non vuole che si dica dove è “qui”: “Non è che in questo locale si vedano troppi vescovi, per cui sa… è preferibile non fare troppa pubblicità”. In effetti i tortiglioni sono sublimi, benché la dose d’olio sia eccessiva – “Eh, siamo a Roma! Ahah”, dice il pastore ridendo di gran gusto. Argomento del giorno è il documento con cui il Papa ha commissariato la Cappella musicale pontificia, cioè il coro che accompagna le celebrazioni papali. I giornali nei mesi scorsi ne hanno scritto a profusione, tra storielle di eccessiva severità del Maestro verso i giovani alunni e storiacce di bilanci non proprio limpidi. Sta di fatto che ora Bergoglio ha deciso di rivoluzionare tutto. “E’ una cosa importante, sa”, mi dice il vescovo. “Adesso tutto passa sotto le mani di mons. Guido Marini, che è il capo dei cerimonieri pontifici, nominato sovrintendente anche del coro. Credo sia comunque una posizione di transizione, perché in Vaticano si dice che presto Marini sarà promosso vescovo e quindi, prima o poi, mandato in qualche diocesi italiana”. Non può restare a fare il Maestro senza essere mandato a fare il vescovo?, ribatto. “Prima o poi ci andrà e c’è chi sussurra che la diocesi di Genova, che è la sua diocesi, sia perfetta. Si libererà tra un anno, quando il cardinale Bagnasco andrà in pensione. Il Papa lo stima molto”. E mons. Georg Gänswein, che era il responsabile del Coro? Si è scritto che Francesco ha voluto ridimensionarlo. “Non ci credo, mi sembra solo una ristrutturazione che risponde alla logica delle cose. Troppo chiacchiericcio non fa bene. Soprattutto quando è interessato”.