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Tutti gli uomini di De Magistris a Roma. “Concorrenza al M5s”

Gianluca De Rosa

Gli iscritti per ora sono qualche migliaio, ma l’obiettivo è ambizioso. De Magistris sogna di fare il frontman alle prossime europee di un listone della sinistra populista

Roma. Era fine novembre quando tra i manoscritti della seicentesca biblioteca Angelica, Cristina Grancio, consigliera capitolina espulsa dal M5s per la sua contrarietà al progetto dello stadio della Roma, annunciava l’adesione al movimento dell’ex pm napoletano e sindaco di Napoli Luigi De Magistris, giunto sorridente nella Capitale per darle il benvenuto. DemA (Democrazia e Autonomia), ispirato esplicitamente all’esperienza amministrativa napoletana, è nato come soggetto politico (partito direbbe qualcuno, movimento precisano i dirigenti) nel 2017 e lentamente – “Non abbiamo un euro, nessuna banca o imprenditore alle spalle”, spiega il responsabile per gli Enti Locali Rosario Di Lorenzo – si è diffuso prima in tutta la Campania e ora anche nel resto d’Italia. I gruppi territoriali, “Agorà”, come le chiamano, sono presenti a Torino, Roma, Livorno, Genova, Massa e tanti altri piccoli comuni. “A breve arriveremo anche in Calabria e Lombardia”, garantisce Di Lorenzo. Gli iscritti per ora sono qualche migliaio, ma l’obiettivo è ambizioso. De Magistris sogna di fare il frontman alle prossime europee di un listone della sinistra populista, sulla scia della France Insoumise di Jean-Luc Mélenchon, che vada da Potere al Popolo ai militanti italiani del movimento trasnazionale di Yanis Varoufakis DieM25.

 

Intanto, è arrivato a Roma. Poche settimane dopo l’annuncio della Grancio, anche l’ex capogruppo del M5s del Muncipio XI Giancluca Martone ha aderito a DemA. “Insieme alla consigliera Grancio, al Baobab, alla Casa internazionale delle donne e a tantissimi altri amici intraprenderemo a Roma questo nuovo percorso d’aggregazione”, annunciò su Facebook. Di Lorenzo poi promette che nei prossimi giorni ci saranno altre adesioni di consiglieri ex 5 stelle. “Ormai alle riunioni iniziamo a essere in tanti – racconta Cristina Grancio – molti sono ex militanti delusi dal Movimento, ma ci sono anche cittadini che voglio vedere che cosa De Magistris può offrire a Roma”. “Lavoriamo – spiega – anche per cercare professionalità che ci aiutino a portare avanti il nostro programma: abbiamo capito che l’uno vale uno non funziona”.

 

Uno dei prossimi arrivi si chiama Paolo Barros, 30 anni, mamma capoverdiana e papà della Guinea, consigliere al Municipio IX, noto per la foto che lo ritraeva deluso alla Camera dopo il No del M5s allo Ius Soli. Barros è finito sotto procedura dei probiviri per aver pubblicato su Facebook un’invettiva contro la politica dei porti chiusi voluta dal Governo. La cosa non è passata inosservata. E’ stato convocato da Valentina Corrado, responsabile grillina degli enti locali che lo ha ammonito: “Certe affermazioni ledono l’immagine del Governo”. Barros non ha voluto sentirne e ha continuato a pubblicare post polemici. È probabile però che sarà lui a salutare il M5s prima di essere espulso. Una foto sul suo profilo Facebook lo ritrae sorridente e con il pollice alzato accanto al sindaco di Napoli, in alto la scritta “Restiamo umani”.

 

L’accanimento nei confronti di Barros ha portato all’abbadono del M5s di un altro consigliere del municipio IX, Paolo Mancuso, già convocato anche lui per aver presentato degli ordini del giorno “fastidiosi” per chiedere più fondi su scuole e buche.”Ormai nel Movimento non c’è più spazio per il dissenso”, dice. “Noi che manifestiamo idee diverse siamo come Solženicyn”. Scherza, ma il senso è noto e chiaro: il M5s esercita sui suoi eletti un controllo capillare, sovietico, che va dai ministri fino all’ultimo dei consiglieri municipali.

 

Di grillini delusi che finiscono tra le fila del movimento di De Magistris comunque non ce ne sono solo a Roma. A Genova pochi giorni fa Marika Cassimatis, quasi candidato sindaco del M5s, poi esclusa d’imperio da Beppe Grillo, e oggi consigliere comunale di opposizione, ha fondato l’agorà di Genova. E anche nell’altro grande comune dove il M5s governa, Torino, la consigliera comunale Deborah Montalbano, uscita a marzo scorso dal gruppo penstellato, ha preso la tessera di DemA. “Delusa – ha spiegato – dal governo del Tradimento”. Il segreto dell’attrattività di De Magistris sui grillini più ortodossi, amareggiati dal pragmatismo governista applicato prima alle città e poi al Paese è tutto qui. “DemA – sostiene Di Lorenzo – combatte le stesse battaglie del M5s, la differenza è che noi a Napoli, dall’acqua pubblica, ai beni comuni, le cose le abbiamo fatte, i 5 stelle nelle città e al Governo no. Sull’acqua pubblica che ha fatto la Raggi?”.

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