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La sindaca annuncia un piano di “rigenerazione urbana”

Gianluca De Rosa

Aree da riqualificare, bandi per progetti a finanziamento privato. L’idea c’è. Cauto scetticismo dei costruttori

Roma. Dopo l’improbabile spiaggia Tiberis, Roma prova di nuovo a imitare Parigi. Questa volta invece di sabbia e ombrelloni sulle sponde del fiume, il tentativo di emulazione riguarda la rigenerazione urbana: il recupero e la trasformazione di immobili e aree degradate. “Réinveter Paris”, si chiama il concorso internazionale lanciato dalla sindaca Anne Hidalgo nel 2014 per convertire i ruderi industriali della capitale francesce in nuovi spazi, “ReinvenTIAMO Roma” sarà il tentativo di fare qualcosa del genere anche da noi.

 

Speriamo però che questa volta la copia sia più somigliante all’originale.

 

“Serve un’idea di città, poi vediamo se con la legge regionale sulla rigenerazione urbana può essere realizzata”, diceva mesi fa il presidente dei costruttori romani Nicolò Rebecchini. E ieri il Campidoglio, quasi a farlo apposta, sembra aver abbozzato una replica. “In questi anni abbiamo lavorato su progetti già avviati ma slegati tra loro, adesso serve avere una visione di sistema”, ha detto Virginia Raggi presentando il piano.

 

L’idea del Campidoglio è di invertire l’attuale meccanismo, che prevede che i privati presentino i progetti di rigenerazione e l’amministrazione ne vagli regolarità e fattibilità. Con “Reinventiamo Roma”, invece, sarà l’amministrazione a scegliere le aree da riqualificare garantendo agli investitori la disponibilità immediata del bene, l’attuabilità nel breve termine e l’accessibilità con metro e tram ai luoghi oggetto di riqualificazione. Le aree per adesso sono 14 – quattro spazi (Bastogi, ex Miralanza, ex Filanda di viale Castrense e Ama di via Crispi) e dieci immobili tra ex scuole ed edifici dismessi –, ma l’amministrazione ne sta analizzando 50. Saranno oggetto di una gara internazionale. Ci sarà anche un ufficio di scopo che dovrà indire, gestire le gare e monitorare i lavori. “Magari”, commenta la notizia ridacchiando Nicolò Rebecchini. “Speriamo che questa proposta possa diventare realtà al più presto”.

 

Oggi il piano è tutto sulla carta. “Nei prossimi giorni sarà attivato l’ufficio”, ha garantito la sindaca. Poi però la palla passerà all’Assemblea capitolina che con una delibera dovrà delineare i principi generali alle quali i progetti dovranno attenersi. Solo allora i tecnici potranno predisporre i bandi. “Se saranno internazionali e redatti con tutti i crismi potrà essere una grande occasione per riportare in Italia investimenti dall’estero”, dice Rebecchini che però ammonisce: “Per convincere gli stranieri a investire bisogna dimostrare una grande credibilità amministrativa”.

 

Una volta stilati i bandi i candidati  potranno avanzare la loro proposta. Tutte saranno votate online dai cittadini. Infine, una commissione selezionerà i migliori che presenteranno un’offerta vincolante con progetto architettonico, di gestione, piano economico e finanziario, offerta economica e garanzie bancarie. Serviranno mesi.

 

“Ora – spiega Rebecchini – dobbiamo vedere che cosa accadrà in concreto”.

 

E per i costruttori, potrebbe essere davvero un “primo e importante passo avanti”. D’altronde l’economia romana stenta a ripartire. Edilizia e settore pubblico, motori storici dello sviluppo capitolino, hanno maldigerito la crisi. I costruttori romani però sin dalla sua approvazione hanno fiutato nella legge regionale per la rigenerazione urbana lo strumento per far ripartire gli investimenti privati. Per questo a giugno avevano messo intorno a un unico tavolo gli assessori all’Urbanistica di Comune e Regione e avevano provocatoriamente proposto un bando per un imponente progetto di riqualificazione urbana per Bastogi, il degradato complesso residenziale divenuto celebre grazie al film “Come un gatto in tangenziale”. Un piano da 70 milioni di euro che prevedeva la completa sostituzione edilizia: i residenti sarebbero stati trasferiti nei nuovi stabili a poco a poco. Costo per l’amministrazione? Zero. I privati avrebbero guadagnato dai nuovi alloggi, passati da 380 a 500.

 

Ebbene proprio quel progetto è stato d’ispirazione per il Campidoglio. “Bastogi è una delle sfide che abbiamo raccolto, forse la più difficile. Alcuni mesi fa l’Acer aveva presentato un progetto, ora che cosa farà?”, ha detto l’assessore all’Urbanistica Luca Montuori. E il presidente dell’Acer Rebecchini garantisce di non tirarsi indientro: “Certo prima bisognerà prima vedere quali saranno i confini del bando”.

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