Mini sinodo in Vaticano
A pranzo col vescovo dubbioso: “Temo che di questo vertice per discutere di abusi resteranno solo le chiacchiere”
Eccellenza, come finirà il vertice in Vaticano sugli abusi sessuali da parte di membri del clero? “In una bella dichiarazione”. Col vescovo si va a pranzo, zona Borgo, ristorante vecchio stile assai frequentato – nel tavolo vicino siede una esuberante turista americana in canottiera e cappellino bianco, che evidentemente ha scambiato l’emisfero boreale per quello australe – e rumoroso. Lui prende tonnarelli cacio e pepe, io un modesto rigatone alici e broccoli. Tutti gli occhi sono puntati sull’aula dove si riuniranno i vescovi di tutto il mondo per parlare di pedofilia, lui sorride: “Mi sembra una gran parata che produrrà niente o poco più di niente. Che il problema ci sia è ovvio. Ma una riunione di tre giorni risolverà la questione? Si rischia di trasformare l’adunata in uno show e basta. Si scriveranno documenti, si farà penitenza, monsignori prometteranno trasparenza assoluta, i giornali scriveranno che la chiesa ha preso coscienza del male fatto ai bambini e per un po’ le acque si calmeranno”. Tutto qua? “Lei vede altre possibili soluzioni? Gli abusi sessuali da parte di preti scompariranno grazie a tre giorni di conciliaboli tra vescovi?”. Non lo so, rispondo. “Ha ragione Hans Zollner, che lavora da tempo al centro per la protezione dei minori della Gregoriana e per questo è stato chiamato a collaborare con le autorità vaticane, alla ricerca di una strada da percorrere. Lui ha detto che il vertice è sacrosanto, ma che la questione resterà anche dopo. Perché vede, questo è il problema: tante volte si organizzano sinodi e assemblee per discutere e poi quel che resta sono solo le chiacchiere. Caffè?”.