Al party per Suburra, la realtà supera la fiction
L'evento di lancio della serie tivù di Netflix è più trucido dei (finti) trucidi sullo schermo
“Non è solo una città che incanta, ma è anche la somma delle piccole avventure di chi la vive”, recita un tweet della Rinascente, place to be a pranzo come al tramonto per godere dalle sue terrazze di una delle viste capitoline più insolite. Il problema non è lì dentro, dove palle bianche e rosse, le nuove sculture di Xavier Veilhan della sofisticata Galerie Perrotin del troisième parigino, evocano la continuità di un presente sempre più intangibile – ma fuori. Niente di nuovo, ma negli ultimi giorni, tra automobilisti che investono pedoni senza rispettare i semafori, coperture di tetti che cadono (al Quadraro) come gli alberi (un po’ ovunque), si è superato ogni limite della decenza. Berci su, alla festa della seconda stagione di Suburra, non basta, ma aiuta.
La seconda stagione di Suburra è in onda su Netflix dal 22 febbraio (Immagine prese da Facebook)
Al Circolo degli Illuminati, quelli di Netflix offrono cocktail con nomi evocativi, come ‘Na bevuta a Ostia Antica – gin, lime, basil (che scrivono con la y) syrup e ginger beer – o quello Del pariolo, più impegnativo sin dal nome, peccato però che siamo alla Garbatella. Da Remo ne Il Primo Re – dove Roma era governata dagli Dei – ad Aureliano nella serie della piattaforma dei record – ambientata nei quindici giorni che precedono le elezioni del nuovo sindaco (beati!) della Capitale – Alessandro Borghi è sempre più bravo, ma troppo “brandizzato”, con scritte su maglie o giubbetti (“Guccification”), notate anche dall’ultimo fashion victim. Balla e si fa selfie con i fan e i colleghi Giacomo Ferrara, Eduardo Valdarnini e Cristina Pelliccia in una serata dal mood “poco food”, che con Carmen Llera ritroviamo da Civita per Alain Elkann e il suo “Anita” (Bompiani) e al Canottieri Aniene dove si parla di melanzane e mozzarelle di bufala con Filippo La Mantia e Chiara Maci, cercando risposte fondamentali a “Ma tu come la fai la caponata?” (Harper Collins), tra amori e (dis)sapori.