Il Mondo perduto negli scatti di Paolo Di Paolo, i novant'anni di un grande fotografo

Fabiana Giacomotti

Fino a fine giugno al Maxxi sarà esposto il patrimonio di immagini forti, meravigliose e dolorose ritratti nelle fotografie del maestro

Per settimane, con i suoi novantaquattro anni portati magnificamente in dolcevita rosso, Paolo Di Paolo ha battuto i mercatini e i brocantage di Roma, cercando una scrivania, una rastrelliera, le sedie e i tavolini che più rassomigliassero a quelli del suo primo direttore, Mario Pannunzio, e che la sua memoria di fotografo acuto, ma anche rispettoso e sensibile, gli avevano impresso nella mente. Non rivedeva quell’ufficio dal 1966, l’anno in cui chiuse il “primo” Mondo (ora la testata è fra i marchi in concessione o forse di proprietà, non s’è mai veramente capito, alla casa editrice Rcs, sospeso da un quinquennio) e in cui decise che il mondo nuovo, in via generale, gli interessava parecchio di meno. “Non mi sentivo più in sintonia con la società che si andava formando”, dice, ora che ha ricostruito quell’ufficio in una delle sale del Maxxi in occasione della mostra “Il Mondo perduto. Paolo di Paolo” e che martedì sera, per la vernice, ha raccolto anche volti che da tempo si vedevano meno, come Marellina Caracciolo e Alessandra Borghese.

 

Prima degli anni di piombo, Paolo Di Paolo era dunque tornato ai suoi studi filosofici e all’editoria. Qualche tempo fa, la figlia ha ritrovato quel patrimonio di immagini forti, meravigliose e dolorose, quei contadini abbarbicati alle terre di Sardegna, quegli operai nascosti fra le macchine, ma anche Oriana Fallaci che salta sulla spiaggia di Cannes come una starlette, Marcello Mastroianni malinconico fra i fili di fumo, Kim Novak che stira al Grand Hotel e Jayne Mansfield alla scoperta dell’Italia del benessere, ha chiamato la curatrice maxima della fotografia in Italia, Giovanna Calvenzi, e con il sostegno (che ormai pare imprescindibile per tutto), di Gucci, ne ha fatto una mostra da non perdere. Fino a fine giugno.

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