Foto dalla pagina Facebook di Scomodo

Tra i ragazzi di Scomodo, il giornale (serio e di carta) degli universitari

Gianluca Roselli

Un piccolo miracolo in un’epoca in cui i giovani s’informano online. Non ha ancora una redazione fisica ma ad ogni riunione partecipano fino a cinquanta ragazzi

Roma. C’è Lorenzo, 20 anni, che studia cinema alla Sapienza, e abita in zona Battistini. C’è Alessandro, stessa età, che invece viene dal quartiere Trieste, stava al Giulio Cesare e ora studia storia contemporanea. Poi Pietro, 21 anni, abita a Prati, ha fatto il Mamiani ed è il responsabile della sezione attualità. Poi c’è Emma, 20 anni, la fotografa del gruppo, studentessa di storia dell’arte, viene dal quartiere ostiense. E naturalmente ci sono i due fondatori. Edoardo Bucci, 19 anni, è di San Lorenzo e studia filosofia alla Sapienza. E’ il caporedattore, si occupa della macchina del giornale. L’altro è Tommaso Salaroli, 20 anni, di famiglia trasteverina, studente di sociologia: a lui spetta la parte organizzativa che va dalla stampa alla distribuzione, fino all’area social. Fino a un anno fa c’era anche il figlio del vicensindaco Luca Bergamo, Giacomo.

    

Parliamo di Scomodo, il mensile degli studenti romani nato tre anni fa “perché sentivamo la mancanza di contenuti”, protagonista di un successo inaspettato: 7.500 copie stampate ogni mese, distribuite gratuitamente nei licei, all’università e nelle librerie. Una rivista, molto seria, dove si spazia dalla politica estera (la guerra in Yemen, il Venezuela) a questioni italiane (il reddito di cittadinanza, la Tav). A scriverci sono in circa 400 e la riunione è plenaria. Quando si fanno le proposte si riuniscono fino a cinquanta ragazzi. Poi sono i responsabili dei settori, come in tutti i giornali, a tirare le fila. Ma Scomodo è un piccolo miracolo, anche solo per il fatto che non c’è ancora una redazione fisica: ci si ritrova al Bar Gente, a San Lorenzo. Ma soprattutto perché è la vittoria della carta in un’epoca in cui i giovani s’informano quasi esclusivamente su web e social. Il giornale, patinato, accattivante nella grafica, sarebbe però impossibile senza il movimento che gli gira intorno e contribuisce a finanziarlo. Tutti lavorano gratis, ma stampare costa. “Ci finanziamo con abbonamenti (4 euro, 1 per gli studenti), il crowdfounding, ma soprattutto con le notti scomode: ne facciamo una al mese”, racconta Edoardo Bucci. Succede così: s’individua un edificio abbandonato, si occupa, si pulisce, e poi parte la festa. Dj set e balli fino all’alba. Arrivano dalle 2 alle 3 mila persone, con ingresso a 5 euro. Il giorno dopo si ripulisce tutto e si va via. “Abbiamo tentato anche allo Stadio Flaminio, ma la polizia ci ha sgomberati: pensavano volessimo andare sugli spalti, ma l’evento era previsto solo sul prato”, racconta Alessandro Luna. Che è nipote d’arte: suo zio, Riccardo Luna, ex Repubblica, è direttore dell’agenzia Agi. L’obbiettivo della notte scomoda non è solo divertirsi e raccogliere fondi, ma creare movimento in città e accendere i riflettori su luoghi abbandonati da anni. Sul giornale il tema è trattato nella rubrica Mostri. Ma Scomodo organizza anche conferenze e silent party, quelle feste un po’ surreali dove la musica si ascolta in cuffia.

   

Dal prossimo autunno il giornale avrà anche una redazione, uno spazio di 1800 mq in un palazzo a San Giovanni occupato da Action, dove abitano 170 famiglie. Lo spazio è nel seminterrato, ma solo il 10 per cento verrà occupato dal giornale: il resto sarà un laboratorio aperto a tutti, con sale di pittura, un teatro, il bar e pure una rampa da skate. Per le copertine si sono esercitati Zerocalcare, Makkox, Vauro e Altan, ora si preferiscono illustratori emergenti. E la politica? “Aperti a tutti, l’importante è essere seri e competenti. La riunione serve a fare da filtro alle proposte estreme. Ma finora nessuno di CasaPound è venuto a proporci un pezzo…”, conclude Edoardo.

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