Il tema Salvini ancora scalda il dibattito tra i vescovi
Il segretario di stato ha aperto al dialogo con il leader leghista. Ora i porporati si stanno chiedendo se è il caso di farlo o meno
"Ha sentito il segretario di stato?". Il vescovo, quello che la scorsa settimana mi aveva parlato del rapporto tra la Cei e Salvini all’esterno della libreria in piazza San Pietro, mi chiama al telefono mentre sto mangiando un panino con salsiccia e cicoria. No, gli rispondo. Non ho sentito quel che ha detto Pietro Parolin. Lui ride, dice che sta per andare a pranzo con “alcuni vescovi un po’ stufi di questo detto-non detto dei vertici” e mi spiega che il segretario di stato ha aperto al dialogo con il nemico leghista. “Ma era ovvio! Hanno sottovalutato tutto, soffiando sulle braci ed esaltando cardinali che riattaccavano la corrente a stabili occupati. Anche i bambini sapevano che tutto questo avrebbe spinto ancora più su Salvini. Io non so, è una roba da matti! E’ miopia, miopia! Sono totalmente distaccati dalla realtà. Vivono su un altro pianeta e poi si lamentano se le chiese sono vuote, gli oratori pure e alle elezioni la gente vota la Lega. Miopi!”.
Suggerisco al vescovo di calmarsi e gli domando cosa accadrà ora: “Si cercherà un’intesa, si dovrà pur parlare con il governo, no? Si parla con il governo del Venezuela, con quello cinese, e non con quello italiano? Ma sanno davvero quello che stanno facendo?”. Non è che sta attaccando il Papa, eccellenza? “Ma come la pensa il Papa lo sappiamo tutti, il problema è che i consiglieri non gli hanno rappresentato bene la situazione del nostro paese. Ma è mai possibile?”. L’impressione è che i fuochi d’artificio siano pronti a partire, e ne vedremo delle belle.