Raggi dice di volere ripartire dalle periferie
Ma sono i quartieri dimenticati come Tor Bella Monaca e Bastogi ad avere voltato le spalle al M5s
Roma. Che batosta! In Campidoglio non se lo aspettavano. Alle europee del 26 maggio il M5s ha perso in tutti e 15 i municipi di Roma. Quasi ovunque non è arrivato secondo, ma terzo. La città se la sono spartita Pd e Lega. E se i municipi della Ztl e dintorni (I e II, ovvero centro, Prati e Parioli) non erano un obiettivo – persino durante l’exploit della Raggi del 2016 rimasero in mano dem – di certo a Palazzo Senatorio non si aspettavano che anche il VI municipio potesse abbandonare il M5s. Per carità qui perlomeno, unico caso in tutta la Capitale, il Movimento mantiene il secondo posto dietro la Lega, ma il calo di voti è comunque eccezionale. Al ballottaggio del 2016 la sindaca in questo territorio, che comprende Tor Bella Monaca, Torre Angela e Torre Spaccata, prese 71.310 voti, il 79,2 per cento. Stavolta il M5s si è fermato al 24,8 per cento (19.293 voti). Il colpo è stato così duro che per dodici ore quasi nessuno ha proferito parola. D’altronde negli stessi momenti ‘i colleghi del nazionale’ fuggivano di soppiatto da palazzo Montecitorio. Poi, il giorno dopo la sindaca ha fatto filtrare a giornali e agenzie una prima e breve analisi: “Ai romani daremo di più, è finito il tempo della semina, ora dobbiamo raccogliere puntando sulle periferie”. Il giorno dopo la conferma di questa linea: la sindaca va a Tor Bella Monaca per presentare la nuova rete di bus notturni che partirà dal 3 giugno. Ieri poi in perlustrazione a Centocelle è stata inviata l’assessore alla Mobilità Linda Meleo per partecipare a un incontro con i cittadini su un progetto di isola ambientale. Ma sarà davvero la mobilità, non proprio un fiore all’occhiello della città, a risintonizzare “gli arrabbiati” dei sobborghi con la Raggi e la sua giunta? Chissà. Intanto presentando le nuove linee notturne martedì la sindaca ha spiegato: “Il nostro obiettivo è coprire tutta la città, garantendo in particolare l’interscambio tra il centro e le periferie”. Venti nuovi quartieri collegati con il trasporto pubblico, anche di notte. Diverse linee anche per Tor Bella Monaca. Oggettivamente una buona notizia. E per Raggi poi non era neanche la prima volta in questo remoto quartiere della periferia Est della città. “La sindaca ha investito molto del suo capitale politico qui. In fondo da nessuna parte era stata votata così tanto”, spiega Andrea Colafranceschi, membro di ‘Tor più Bella’, un comitato di quartiere che si occupa di progetti di rigenerazione urbana e inizative culturali a Tor Bella Monaca. Era il 10 luglio e la sindaca svolse qui una delle sue prime uscite pubbliche. Sui social era diventato virale un video di alcuni bambini del quartiere che giocavano a contare i topi. “Devo andare da quei bimbi”, si disse la sindaca. Un buon inizio. Poi tornò per l’inizio dei lavori di manutenzione stradale su via dell’Archeologia. La strada simbolo del degrado del quartiere. Poi ancora – e con audacia – venne di notte con la polizia locale per cancellare dalle mura delle case popolari i murales di due boss locali: Serafino Cordaro e Antonio Moccia. E ancora ricomparve per presentare il nuovo sistema di raccolta differenziata tecnologica porta a porta.
Perché allora il quartiere le ha voltato le spalle? Una risposta parziale è visibile a occhio nudo. Nonostante il nuovo sistema, monezza ovunque. Per le strade, nei cortili degli edifci abbandonati, nei giardini. Poi, le strade. Via di Tor Bella Monaca, una delle principali direttrici del quartiere, è stata sì rifatta, ma a tratti: cinque metri di asfalto nuovo di zecca, un chilometro di buche, voragini, creste e avvallamenti, poi di nuovo cinque metri riparati, e subito ancora crateri. E così via in un alternarsi tragicomico. “Ma non è neanche questo il massimo dei problemi”, dice Colafranceschi. “In fondo mica tutti hanno l’automobile a Tor Bella”. E allora qual è? “Lo stato degli alloggi popolari”. “Il 70 per cento della popolazione degli abitanti del quartiere – spiega – vive in edifici di edilizia residenziale pubblica che versano in condizioni disastrose. Quando Raggi si candidò, promise che li avrebbe restaurati, ma non è stato fatto nulla”.
E a proposito di alloggi popolari, la Raggi si prepara a sanare una situazione surreale. Quella del residence Bastogi. Il complessone di sei edifici divenuto celebre grazie al film “Come un gatto in Tangenziale”. La struttura fu assegnata quasi 30 anni fa ad alcune famiglie per far fronte all’emergenza abitativa Era un’aggiudicazione temporanea. Poi però, pur essendo di proprietà del Campidoglio, gli alloggi non sono stati mai inseriti nel sistema Erp (edilizia residenziale pubblica). In questo contesto al limite tra mala gestione amministrativa e totale irregolarità è accaduto – a sentire le denunce di alcuni residente e comitati – che una parte degli appartamenti sia finita nell’amministrazione illegale di una famiglia malavitosa. Le palazzine, inoltre, non sono attaccate alla normale rete a gas e così all’interno ci sono più di 500 bombole. Un rischio assurdo. Questa mattina, alle prime luci dell’alba, la Polizia Locale darà il via a un maxi censimento: saranno sguinzagliati più di duecento vigili. Una mossa impopolare, ma giusta. Si riparte dalle periferie.