Dal piumino al bikini
L’allegria di Scurati e le “delicatissime” sculture d’anguria che sono molto meglio di certe (presunte) opere d’arte
Dal piumino al costume senza mai usare lo spolverino. A Roma (e non solo) è andata così e da mesi si parla solo del tempo. Pensate che noia. Alla serata inaugurale del Festival Letterature, la cornice è splendida (la Basilica di Massenzio), forse un po’ meno il discorso del vicesindaco Luca Bergamo, secondo qualcuno troppo lungo. Il pubblico era d’altra parte lì per Antonio Scurati. Il finalista favorito allo Strega con “Il figlio del secolo” riesce a impossessarsi del palco ricordando che la grandezza appartiene al passato e che nessuna è possibile nel presente. Allegria. Legge un interessante inedito, seguito da Manuel Vilas che ricorda – applaudito dall’ambasciatore spagnolo Alfonso Dastis – che “In tutto c’è stata bellezza”, citando così il titolo del suo libro.
In Rai si prepara il Premio Biagio Agnes, presentato in pompa magna con Gianni Letta, la direttrice di Rai Uno Teresa De Santis, la presidente della fondazione Simona Agnes e i due conduttori della serata del 29 giugno: Mara Venier e Alberto Matano. È tempo di cinema al Maxxi, scelto da Laura Delli Colli per le 73esime candidature dei suoi Nastri d’Argento tra prosecco e “delicatissime” sculture di anguria. Sul blue carpet, Margherita Buy, as usual, è la più elegante; il trio Bellocchio/Lo Cascio /Favino i più richiesti, nominati con Valeria Golino, Claudio Giovannesi, Edoardo De Angelis, Matteo Rovere e Luca Guadagnino, premiato ieri al McKim Medal Gala – la serata super glam dell’American Academy neo “capitanata” da Mark Robbins – con Paola Antonelli del Moma di New York. Nel suo speech misto a italiano e francese, Louis Garrel ha ricordato l’amico Bertolucci che un tempo lo lanciò con “The Dreamers”. Grande assente, il fotografo sognatore Pietro Coccia, re dei flash ai festival, alle serate e ai buffet, spesso con la camicia fuori dai pantaloni. Quel (grande) signore gentile e colto manca già a tutti.