Il Papa non piace più
Il cardinale guarda gli assalti a Bergoglio da sinistra e dice che era prevedibile. “Ora si vivacchierà”
Ho letto il Foglio di ieri, delle critiche dei liberal al Papa perché si è schierato contro il gender. Chiamo il cardinale al telefono: mi risponde dopo tre tentativi – “Ero fuori Roma per delle commissioni agresti”, si giustifica. Gli chiedo se davvero Bergoglio sia ormai inviso anche a sinistra, cioè nella metà del campo che da anni l’ha sostenuto, spinto e osannato. “Di sicuro qualcosa è cambiato, ma non da ieri”, risponde l’eminenza.
“Appena ci s’è accorti che tanto in là non si può andare con lo slancio riformista o rivoluzionario, ecco che si è incrinato il vetro fino ad allora bello e perfetto. Così abbiamo visto prima tanta delusione – si dava la colpa alla solita curia romana che tutto blocca, gelosa del suo passato e dei suoi presunti privilegi – e poi rabbia mista a frustrazione. Il Papa del ‘chi sono io per giudicare?’ è lo stesso Papa che ha definito il gender ‘un errore della mente umana’, che sull’aborto ha detto cose terribili per le orecchie di quanti si erano convinti che fosse un liberal situazionista”.
E ora come ne uscirà? “Non credo potrà uscirne, criticato com’è da destra e sinistra. Lui continuerà sulla sua strada, cercando d’evitare trappole e ostacoli. Poi, quel che sarà, sarà”. Ma non è strano che siano proprio i progressisti, ora, ad alzare la voce contro Francesco? Dopotutto lui le finestre del Vaticano le ha spalancate? “Sì? Davvero? Evidentemente troppo poco, se hanno tanto da protestare. Non trova?”.