La rivoluzione di Marx
L’impetuoso cardinale tedesco vuole cambiare la chiesa a forza di minacce e annunci. “Ma non ce la farà”
Leggo sul giornale che mi ospita che il cardinale tedesco Reinhard Marx, impetuoso porporato dalla bianca barba, è attivissimo. Prima ha voluto un Sinodo per la chiesa in Germania con poteri vincolanti (sembra però che il Papa non sia molto d’accordo), poi ha chiesto se non sia il caso di far predicare dal pulpito chi prete non è. La motivazione – o scusa – è che spesso i sacerdoti tengono omelie scadenti, pessime, terribili. Chiedo al cardinale italiano che m’accoglie nella sua residenza un parere per così dire tecnico: ma cosa vuole davvero Marx? “Tenere in piedi la chiesa tedesca, che è in uno stato di pre-morte”. Cioè? “Fedeli in fuga, che non pagano la tassa, chiese vuote, vescovi che si preoccupano più di organizzare cose ed elaborare piani amministrativo-pastorali che della cura d’anime. E’ un disastro”. Silenzio nell’ampio soggiorno mentre il cardinale mi fissa mescolando velocemente il caffè nero che la suora gli ha portato insieme a ben tre bustine di zucchero di canna. “I tedeschi sono un problema da decenni e non si sono mai domandati da cosa derivi la loro crisi. Non è con il maquillage anche robusto che si riporta la chiesa sui binari giusti”. Saranno giusti per lei, cardinale. Ma lei è sicuro che la sua posizione sia quella giusta per il tempo che viviamo? Continua a mescolare (tre bustine di zucchero non si sciolgono tanto in fretta) e dice: “Dove si è fatta la pseudorivoluzione, i risultati sono stati devastanti. Per fortuna il cardinale Marx annuncia molto ma poi all'atto pratico avanza poco. Spero che questo trend continui”.