Riapre Tiberis
Una notizia di cui non si sentiva la mancanza. Ritorna la spiaggia più squallida del mondo
Roma. Stessa spiaggia, stessi dubbi. Dopo il grande in-successo dello scorso anno anche quest’anno torna Tiberis, la spiaggia – famosa o famigerata, fate voi – sul Tevere a ponte Marconi.
L’estate passata aprì il quattro agosto, stavolta l’inaugurazione sarà in leggero anticipo, il tre. Anche quest’anno niente piscina. Bagni chimici per i bisogni fisiologici, anche se di solito, in quella zona, senzatetto e nomadi sono usi a fare un po’ dove capita. In compenso, però, al posto delle squalliducce macchinette per le merendine che l’anno scorso tante ironie destarono, adesso dovrebbe esserci un bar. Un vero bar (notizia). E forse – in Campidoglio si sogna in technicolor – addirittura un campo da beach volley.
Ma se il copione ormai abbastanza grottesco rimane praticamente immutato rispetto all’anno scorso, ecco che una novità sostanziale c’è. Lo scorso anno Tiberis fu annunciata con grande enfasi come la versione capitolina della Paris plage. Con tanto di pernacchie e sberleffi di giornali e cittadini. Quest’anno, invece, si può dire non sia stata nemmeno nominata. Fino all’ultimo. Un netto risparmio in aspettative e in aggettivi superlativi, che forse sono un po’ passati di moda dalle parti della sindaca (non tutto il male vien per nuocere). A maggio, dal Campidoglio, a chi li incalzava, facevano sapere: “Quest’anno Tiberis aprirà presto: a giugno”. Nei giorni successivi, nella terrazza di affaccio sul fiume che ospiterà la spiaggia artificiale, armati di tosaerba e ramazze hanno operato senza sosta i detenuti di Rebibbia che partecipano a un programma di reinserimento lavorativo promosso dal Campidoglio. “Insomma, quest’anno si fa in fretta”, si sono convinti i più vedendo le foto degli uomini al lavoro.
Poi però a giugno nulla. A metà mese Angelo Diario, consigliere grillino e ciclista appassionato rompe di nuovo il silenzio: “Se ne parla a luglio”. Ma arrivati alla fine del mese tutto è ancora fermo sotto i piloni del ponte Marconi. All’improvviso, il primo avvistamento: “C’è una gru accanto al fiume”. Dal 29 luglio operai e bobcat lavorano sulla terrazza di affaccio. Lo scorso anno Tiberis costò circa 135mila euro, per qualcuno anche di più. Ci si consolò con il fatto che – al di là della scarsa qualità dell’operazione – fu almeno bonificata la terrazza d’affaccio sul fiume, piena d’immondizia e insediamenti abusivi. Allora a un certo punto fece la sua apparizione anche tale Zorro, pittoresco rom che cercò di avviare una trattativa con il Comune offrendosi come garante della sicurezza della spiaggia. Quest’anno neanche un po’ di colore. Almeno per ora.