Roma, il cantiere della Metropolitana Linea C al Colosseo (foto LaPresse)

Raggi non trova i soldi per la metro C

Gianluca De Rosa

Il Campidoglio doveva finanziare il progetto della terza linea, ovviamente non ci sono riusciti. Sperano in… Toninelli

Roma. Dal Campidoglio promettono di voler puntare sulle metropolitane. Prima delle vacanze estive l’Assemblea capitolina voterà il Piano urbano della mobilità sostenibile, per brevità Pums. Un libro dei sogni che prevede nel corso dei prossimi dieci anni la costruzione di decine di chilometri di metropolitana in città. Il primo obiettivo, giurano i grillini capitolini, è andare avanti con la metro C. Oltre i Fori. Fino a piazzale Clodio, passando per piazza Venezia e San Pietro.

 

“Quest’opera continuerà. Andrà avanti, non si ferma. Annunciamo una  svolta”, disse a maggio 2018 Virginia Raggi, di fatto smentendo le intenzioni pentastellate della campagna elettorale, quando i 5 stelle tuonavano contro “il grande spreco” della metro C. Però, per andare avanti davvero, ora serve una revisione del progetto. Per i più tecnicamente avveduti una project review. In sostanza un vero e proprio nuovo piano per la tratta T2. Dai Fori imperiali a piazzale Clodio appunto. Un’operazione che costa tempo e denaro. Due anni e qualche milione. Per realizzarla, a fine 2018, il Campidoglio mise nel bilancio di previsione 2019-2021 5,9 milioni finanziati attraverso mutui. L’incarico di redigere la project review fu affidato a Roma Metropolitane, la municipalizzata che prepara i progetti e i bandi di gara per costruire le metro. E ora con un maxi-emendamento all’assestamento di Bilancio la Giunta capitolina ha deciso di stralciare i finanziamenti. I consiglieri di opposizione sono saltati sugli scranni dell’Aula Giulio Cesare. “Che cosa sta succedendo?”, hanno domandato. “Che ne sarà di Roma Metropolitane?”. La municipalizzata, infatti, naviga già in cattive acque: non approva i bilanci dal 2015 e con il nuovo piano industriale ha previsto 45 licenziamenti. E i soldi servivano anche per mantenerla in vita.

  

Fino ad oggi – per ammissione della stessa assessore Meleo – Roma Metropolitane aveva solo redatto le linee guida della revisione progettuale, e cioè aveva descritto una serie di possibili opzioni tecniche per realizzare la tratta. Perché tutto sia stabilito nel dettaglio – tragitto, stazioni da realizzare e metodologie di costruzione – serve invece la project review vera e propria. Improvvisamente de-finanziata.

  

Dopo un po’ di silenzio però dal Campidoglio hanno voluto precisare. “Nessuna criticità o cambio di rotta – ha scritto su Facebook l’assessore Linda Meleo – semplicemente è cambiata la modalità di finanziamento”. In autunno, secondo il crono programma annunciato dall’assessore, la sindaca Virginia Raggi firmerà una convenzione con il ministro Toninelli per consegnare alla Capitale i 145 milioni stanziati per le metro romane con la legge di bilancio dello stato 2019 (55 per il 2019, 65 per il 2020 e 25 per il 2021). “Dieci milioni – dicono dall’assessorato – saranno destinati alla project review”. In questo modo, è la tesi grillina, i quasi 6 milioni stanziati lo scorso dicembre dal Campidoglio possono essere destinati ad altre opere pubbliche nei municipi. “I fondi – sostiene il presidente della commissione capitolina Mobilità Pietro Calabrese – non erano sufficienti per fare la revisione del progetto e la nuova stazione metro C a piazza Venezia. Così invece riusciremo a presentare in autunno un piano più organico”. In questo modo però i tecnici inizieranno a lavorare non prima di dicembre. Con il rischio di non riuscire, come disse l’assessore Meleo al Foglio, a completare la project review “entro la fine del mandato”.

 

Le opposizioni rimangono scettiche. Ilaria Piccolo del Pd spiega: “Noi così non abbiamo gli elementi né per confermare, né per smentire quello che ha scritto l’assessore. Purtroppo nel maxiemendamento c’è solo lo stralcio dei fondi senza rinvio a una futura forma alternativa di finanziamento. Vogliamo chiarezza”.

 

Difficile averne per ora. Quel che è certo, invece, è che visto il disastro combinato sui rifiuti le scorse settimane la sindaca Raggi ha deciso di puntare sull’altro annoso problema della capitale, i trasporti. E dunque non intende in alcun modo attirarsi critiche su questo tema. Giovedì mattina alle 9.30 a Tor Bella Monaca ha presentato i primi 60 bus acquistati più di un anno fa attraverso la piattaforma Consip. Dovevano arrivare a giugno, ma poi un travagliato iter burocratico ha ritardato la consegna. Un tocca sana per una flotta di oltre mille bus con un’età media di 12 anni.

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