Quanto piace Conte
In Vaticano tanto champagne per il governo rossogiallo. “L’importante è che non ci sia più Salvini”
Eminenza, che si dice in Vaticano del nuovo governo? “Tutto il bene possibile”. Con il cardinale si va a pranzo, puntuali alle 13.30 non lontano da Porta Sant’Anna. Menù fisso (per entrambi, non c’è possibilità di scelta, l’eminentissimo ordina per tutti): gricia e cicoria ripassata. Un dessert è permesso: panna cotta ai frutti di bosco. Insomma, il Conte bis piace, e parecchio. “Assolutamente, la presenza di Matteo Salvini l’abbiamo sofferta, direi che è stato un ostacolo ai rapporti tra le due sponde del Tevere. Non se ne poteva più. Il Papa non lo voleva vedere neanche in cartolina, in segreteria di stato non è che l’opinione fosse migliore. Conte invece ha sempre avuto buoni contatti e giusti canali. Ben introdotto a Villa Nazareth, legato in qualche modo al cardinale Parolin, si è sempre comportato come lo scolaro perfetto. Parla quando serve, è ben vestito, sa toccare le corde giuste. Fa le citazioni giuste nei suoi lunghi discorsi. E questo in Vaticano piace”. Sì, va bene: ma come la mettiamo con i grillini che fanno parte del governo? E con il suicidio assistito che pende come una spada di Damocle sul Parlamento? “Realpolitik. Questo è il quadro, che è meno peggio di quello che c’era prima. E con questo ci si rapporta. Sul suicidio assistito c’è la consapevolezza che la battaglia è persa e si cerca una sorta di isolotto, uno scoglio dove aggrapparsi per salvare qualcosa che posssa tenere aperto un dialogo. Poi si vedrà”. Vi fidate così tanto dei nuovi? “No, diciamo che viviamo alla giornata”.