Caccia alla porpora
E se cambiassero le norme per l’elezione del Papa? Chiacchiere con monsignori assai preoccupati
Il vescovo la butta lì, tra una carbonara a pasta corta e un sorbetto al limone troppo freddo: “E se cambiassero le regole per l’elezione del Papa?”. Lo dice guardandosi attorno, abbassando la voce, attento a che nessuno possa ascoltare. In che senso cambiare le regole? “Magari, un giorno, ci troveremo un motu proprio con cui si stabilisce che i cardinali curiali emeriti, cioè pensionati, perdono il diritto di voto in Conclave, anche prima di compiere i canonici ottant’anni. Sa quanti problemi si risolverebbero?”. Sì, soprattutto si potrebbe modellare il collegio in modo determinante. “Prorogando i cardinali curiali in linea ben oltre i 75 anni, un po’ come avviene già oggi, magari fino all’ottantesimo anno d’età. E quelli non in linea, subito in pensione senza più diritto di voto”. Chiedo al vescovo se sia una prospettiva credibile o faccia parte del solito chiacchiericcio che affolla corridoi, ristoranti e salotti nei dintorni del Vaticano. “Beh, se ne parla. D’altronde ciclicamente si sente da qualcuno l’idea di far eleggere il Papa ai presidenti delle conferenze episcopali locali, riconoscendo loro un potere enorme, altro che organizzare sinodi più o meno vincolanti”. Prospettiva interessante, anche se un po’ mondana, non trova? “E la sorprende? A ogni modo, per come la vedo io, sarebbe il primo passo per mandare in soffitta l’istituto cardinalizio. Francesco ne farebbe volentieri a meno, ma ogni cambiamento di questa portata ha bisogno di tempo, e non credo che la dismissione delle porpore sia dietro l’angolo. Però, come si dice? Si generano processi”.