Ardori e delusioni
Il vescovo commenta il Sinodo e frena i facili entusiasmi: “Non vedremo le diaconesse correre sull’altare”
Gricia col vescovo (che per l’occasione ordina anche mezzo litro di rosso della casa, e devo dire che per una volta la scelta è buona). Lui padre sinodale non lo era, però del Sinodo appena chiuso si parla a tavola. Il ristorante è affollato, prelati e segretari di prelati occupano ogni sedia. D’altronde la messa è da poco finita. Eccellenza, chiedo, com’è andata? “Tutto tranquillo, è andata come doveva andare no?”. In che senso, controbatto: chi ha vinto? “Ha vinto il Papa, che al termine della votazione sul documento finale ha pronunciato un discorso che può essere interpretato in tanti modi. Qualche lingua velenosa potrebbe definirlo cerchiobottista, io mi limito a osservare che ha calmato gli spiriti di quanti già sognavano diaconesse correre sull’altare e preti con famiglia organizzare le messe domenicali. E’ stato prudente, e su capitoli quale ad esempio il rito amazzonico ha di fatto chiuso ogni porta”. Ma ne è sicuro? A leggere i giornali sembrerebbe tutt’altro. “Il Santo Padre sa benissimo che c’è chi vuole sfruttare questo Sinodo convocato per discutere dell’Amazzonia per portare in casa propria novità che nulla hanno a che vedere con altre aree. Le vocazioni mancano ovunque, non solo nella foresta. Ma se pensiamo di risolvere la cosa facendo celebrare messa a qualche anziano sposato, ci sbagliamo di grosso. Il problema è la mancanza di fede, e il primo a saperlo è Francesco”. I vescovi tedeschi sembrano però pensarla in modo diverso: “Capiranno presto che qui non c’è alcuna rivoluzione all’orizzonte, solo un aggiornamento che non cambierà nulla a livello generale”.