roma capoccia – passeggiare in Vaticano
Il missile Ruini
“L’intervista dell'ex presidente della Cei ha provocato un terremoto”, confessa ben contento il cardinale italiano
Il cardinale mi dà appuntamento via Whatsapp. Niente osterie, stavolta. Si va a casa, lontano da occhi indiscreti. La suora m’accoglie in silenzio, mentre la sua consorella spolvera soprammobili di gusto non proprio condivisibile – “regali”, dice lei intuendo la mia perplessità. Il cardinale è contento, sta leggendo I Promessi sposi in edizione economica: “Ci sono pagine di un’attualità sconvolgente”. Detto ciò, si passa al piatto forte: il post Ruini. Che succede? “Un terremoto!”, risponde. “I vescovi italiani da anni si trovano in uno stato di attesa, paurosi, non sanno cosa fare e in qualche caso neanche cosa dire. Aspettano che qualcosa accada, che so… un’illuminazione, un’occasione, qualcosa del genere”. E l’apertura a Salvini? “Non capisco lo stupore. Ruini ha detto una cosa per lui normalissima, da persona capace come poche di intuire l’evoluzione dello scenario politico. Se Salvini ha più del trenta per cento, sarebbe folle per la Chiesa italiana chiudersi a riccio e dire no, con lui non si parla. E se andrà al governo, che faremo, i permalosi?”. Sarà. Però tra sventolio di rosari e dichiarazioni non proprio ortodosse su migranti e rifugiati, qualche dubbio viene: “Parliamo con il governo cinese, andiamo a Cuba, accogliamo Maduro e non possiamo parlare con Salvini? Insomma, diamo il giusto peso alle cose. E poi Ruini non ha detto che sta con Salvini né che si iscriverà alla Lega”. E in Vaticano si sono arrabbiati? “Lì hanno altro a cui pensare che non alle beghe italiane”.