Guerriglia in porpora
Che cosa c’è dietro allo scontro pubblico tra i cardinaloni Parolin e Becciu. Il Papa? “Osserva tutto”
Eccellenza, cosa dice dello scontro abbastanza pesantuccio tra il segretario di stato e il suo ex sostituto? Che aria tira lì?, chiedo al vescovo italiano. “E’ inusuale l’uscita di Parolin sulle operazioni da lui definite ‘opache’ a Londra. Intanto perché si è sempre investito fin dai tempi di Pio XII, e poi perché solitamente il segretario di stato non va a mettere in cattiva luce pubblicamente, senza chiarire bene quanto voleva dire, quello che fino a un anno fa era il suo numero due, cioè Becciu, nel frattempo tra l’altro diventato cardinale. Non si fa, a meno che non si abbia in mano qualcosa di pesante. Ma anche in quel caso bisognerebbe evitare di darne notizia ai giornalisti”. E quindi, che cosa c’è dietro, domando mentre bevo il tè al gusto di arancia e cannella (è industriale, niente di esotico) accompagnandolo con un biscottino al cocco: “Regolamento di conti, vecchie ruggini mai sistemate e che ora, in una situazione curiale che definirei – per usare un eufemismo – caotica, riemergono come vecchie bottiglie gettate in mare sperando che restassero lì per decenni”. Ma il Papa in tutto questo, che fa? “Guarda, osserva, chiede chiarimenti. Non è vero che non è informato o che è male informato. Queste sono cose buone per i romanzi. Il Santo Padre sa tutto e prima o poi deciderà il da farsi, aspettando che la magistratura faccia il suo dovere. Tempo al tempo, la fretta non è propria di questo pontificato”. Ma è vera la storiella che si sente dire secondo cui Parolin vorrebbe andare a Venezia a fare il patriarca? “Le malelingue sono sempre in azione. Che nel mirino ci sia il segretario di stato rende ancora più evidente il momento poco tranquillo che si vive qui in Vaticano”.