Università e impresa, ecco com'è rinata la zona di San Paolo
Roma Tre, il più grande punto vendita di Eataly al mondo, spazi di coworking. Un tempo in questo quartiere sorgevano opifici, fabbriche e magazzini. Oggi tutto questo patrimonio è stato trasformato
Roma. La zona ex industriale di viale Ostiense, chiusa tra la ferrovia a sud e San Paolo a nord, divisa dalla Garbatella a est e dal quartiere Marconi a ovest – è oggi uno dei posti più vivaci della città. A riprova che monnezza e degrado non sono una condanna.
Se Roma non riesce a sfruttare come potrebbe il suo immenso patrimonio archeologico e artistico, per paradosso, assai meglio ha fatto con l’archeologia industriale. Un tempo in questa zona sorgevano opifici, fabbriche e magazzini, oggi tutto questo patrimonio è stato trasformato. E un ruolo principale in questa metamorfosi l’ha esercitato l’università di Roma Tre. Il terzo ateneo della Capitale, nato con lo scopo esplicito di riqualificare la zona. Stabilimenti e industrie sono diventati facoltà e dipartimenti universitari. Come Giurisprudenza che sorge in un’area, a un passo dalla basilica di San Paolo, che fino agli anni Ottanta ospitava le Vetrerie Riunite Angelo Bordoni o la facoltà di Lettere e Filosofia che occupa gli spazi dell’ex stabilimento Alfa Romeo di via Ostiense 234. Questo il passato. Anche oggi Roma Tre si prepara a regalare a viale Ostiense un’altra grande novità: con un project financing da 40 milioni sarà realizzato un nuovo complesso di 12.000 mq destinato ad accogliere la nuova sede del rettorato, della direzione generale e degli uffici amministrativi. Il progetto dello studio dell’architetto Mario Cucinella si sviluppa in due distinti edifici ellissoidali da otto e nove piani, con facciate completamente vetrate e una piazza antistante all’edificio dove l’ateneo potrà organizzare eventi. Data prevista per la fine dei lavori: giugno 2020.
In attesa del completamento del nuovo rettorato intanto sulla via Ostiense è giunta un’altra importante notizia. Quasi di fronte ai futuri palazzi di Cucinella, il 14 ottobre scorso è stato inaugurato il nuovo Talent garden. L’azienda di coworking bresciano ha realizzato un campus di 5 mila metri quadrati con 300 postazioni di lavoro e un’Innovation School che punta a formare mille persone in due anni. All’interno saranno inoltre sviluppate partnership con Roma Tre, Acea, Leonardo, Eni e Poste italiane.
Ma il Talent garden non è l’unico spazio del genere della zona. Proprio negli stessi giorni in via del Porto fluviale c’è stata un’altra inaugurazione. Quella di Industrie fluviali, un coworking da duemila metri quadri all’interno nato negli spazi degli ex lavatoi della lana di inizio Novecento. All’interno ci saranno anche cinque sale dedicate ad incontri, riunioni, mostre ed eventi, e una terrazza con vista sul Gazometro. Via del Porto fluviale è un po’ il simbolo della rinascita. Anche dal punto di vista commerciale. L’omonimo locale – enorme e per qualsiasi pasto – accoglie romani in visita da ogni parte della città. Sempre sulla via c’è il gigantesco murale di Blu, la più grande fra tutte le opere di street art che colorano i palazzi del quartiere diventato meta di itinerari per turisti e non solo.
Dall’altro lato di viale Ostiense, dove via del Porto fluviale diventa via Pellegrino Matteucci, c’è l’ex Air terminal Ostiense, costruito per i Mondiali del ’90 dall’architetto spagnolo Lafuente. Dal 2012 Oscar Farinetti ha costruito qui il più grande punto vendita di Eataly al mondo. “Quando arrivai a Roma per aprire il nuovo Eataly a me interessava l’area degli ex Mercati generali. Dopo 82 incontri con l’amministrazione mi dicono che non si sarebbe fatto rapidamente, noi avevamo già scelto lo spazio, nella vecchia pescheria, ma avevamo fretta e così con 60 milioni comprammo la struttura di Lafuente a Ostiense per la quale ero impazzito”, raccontava tempo fa Farinetti. Proprio gli ex Mercati generali sono il neo della riqualificazione della zona. Un’area immensa che divide viale Ostiense dalla Garbatella. Dopo quindici anni il nuovo progetto ha concluso l’iter urbanistico. Dal Campidoglio promettevano che la riqualificazione sarebbe terminata nel 2020, ma a quanto si apprende da fonti capitoline, attualmente è in corso un’istruttoria dell’Anac sull’operazione finita al centro di un’indagine della procura. Solo terminata l’istruttoria, potrà essere firmata la convenzione integrativa che potrà dare il via ai lavori.