Le indicazioni turistiche fai da te nella città inselvatichita

Alessandro Luna

La scritta tracciata sull'asfalto con una bomboletta spray e la difesa di categoria dei commercianti: "non sappiamo chi è stato ma ha fatto bene"

Roma. A Roma le categorie ormai hanno cominciato a ragionare secondo una logica “interventista” (per non dire selvaggia), sintomo di una mentalità che fa sentire alcuni commercianti più padroni della città di quanto in realtà non siano. Un “pigliamoci ciò che consideriamo nostro diritto” senza far tanto caso a regole, decoro e istituzioni. Qualche giorno fa i negozianti, gli abitanti di via della Panetteria e i turisti che la hanno percorsa, hanno dovuto leggere per terra una enorme indicazione verso fontana di Trevi tracciata sull’asfalto con una bomboletta spray. Contemporaneamente la segnaletica che indirizzava sulla vicina via della Stamperia i turisti diretti alla Fontana è stata vandalizzata sempre con dello spray, resa illeggibile, di modo da far preferire via della Panetteria a chi cerca di raggiungere da Via del Tritone il conteso monumento. Ma chi ha pensato che fosse giusto rovinare così una delle arterie fondamentali del tridente romano e perché? Per potere arrivare a gettarsi una monetina alle spalle sperando di tornare a Roma, se si passa per via della Stamperia ci si mettono due minuti, mentre da Via della Panetteria tre, passando anche per via del Lavatore che fa angolo portando diretti verso la Fontana. Sembra esserci un preciso “movente” dietro questo gesto abbastanza eclatante: su via della Stamperia, quella più breve, non sono presenti negozi a eccezione fatta per alcune botteghe che però sono accanto alla Fontana, che quindi godono più del flusso di uscita da piazza di Trevi che di entrata nella via. Mentre sulla via leggermente meno breve, che comincia su via della Panetteria per finire su Via del Lavatore, le attività sono più di venti e all’angolo tra le due vie si trova un mercatino di verdura, frutta e borse. Tra i commercianti di queste due vie sono in molti a dire la stessa cosa: “Non sappiamo chi lo ha fatto ma ha fatto bene”. La risposta a chi può essere stato è sempre “qualcuno di questi negozi qui intorno”.

 

Come ci spiega un negoziante straniero, “questa primavera il Comune aveva cambiato per due mesi le indicazioni facendo passare la gente anche per via della Panetteria e gli incassi si erano alzati notevolmente: noi abbiamo aumentato del 20 per cento le entrate in quel periodo. Poi è tornato tutto come prima. Per questo qualcuno ha fatto quella scritta”. Un bottegaio ci tiene a dire che “forse il modo è sbagliato, ma perché il Comune dovrebbe far passare i turisti dove non ci sono negozi danneggiandoci? Un ragazzo che aveva aperto due attività qui ha dovuto chiuderle da poco”. Andrea Coia, presidente della Commissione Commercio, ci spiega che “si può pensare a delle segnalazioni che facciano contenti tutti ma che queste modalità sono inaccettabili. Come sono inaccettabili le accuse senza prove che sono state fatte sui social alla categoria degli urtisti, i titolari di origine ebraica di molte delle bancarelle del centro, incolpata di voler attirare i turisti deviandoli sulle vie assegnate loro dal Comune, in cui però ancora non si sono stabiliti”, categoria con cui Coia sta lavorando da tempo per trovare una soluzione felice allo spostamento delle loro postazioni che erano davanti ai monumenti storici. In sostanza, a sentir parlare i commercianti delle due strade interessate questo atto di vandalismo e di “urbanistica fai da te” sembra quasi prendere le sembianze di un gesto di categoria, più che di un atto singolo. Non possiamo sapere chi ci sia davvero dietro questo gesto selvaggio. Verrà aperta un’indagine da parte della polizia municipale. Ma quello che stupisce, e fa restare allibiti, è il diffuso sentimento di velata complicità e persino stima nei confronti dei responsabili che si respira tra bar e negozi della zona.

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