Marx se ne va
La notizia che non t’aspetti: il potente capo dei vescovi tedeschi lancia il suo Sinodo e annuncia l’addio
Di Querida Amazonia, l’esortazione post sinodale firmata dal Papa, ce ne siamo occupati. Oltre allo scontato dibattito sull’atteso documento di Francesco, c’è un’altra notizia che rischia d’essere oscurata dal tentativo giornalistico di comprendere cosa in realtà il Pontefice abbia deciso sui laici sposati da ordinare (o meno) sacerdoti. Arriva dalla Germania, infatti, la decisione del cardinale Reinhard Marx, potentissimo arcivescovo di Monica e Frisinga e capo del Consiglio per l’Economia in Vaticano, di non ricandidarsi alla guida della Conferenza episcopale tedesca. È tempo di passare la mano, di lasciare spazio ai giovani, ha detto aprendo la campagna elettorale verso il voto di primavera. Marx era presidente dal 2014 e da allora ha impresso una sterzata decisa verso le istanze più progressiste: attivissimo sui media, conferenziere d’indubbio valore, minacciò Roma di fare come Lutero con le sue tesi se il Sinodo sulla famiglia non avesse accolto le istanze dei presuli di Germania. “Non sarà Roma a dirci come dobbiamo comportarci qui!”, urlò davanti a pletore di giornalisti ben lieti di sentire un vescovo – per una volta – parlare chiaro. Ora Marx lascia, dopo aver lanciato e inaugurato il Sinodo “vincolante” per la chiesa di Germania che si ripromette di aggiornare dottrina e pastorale su morale, sesso, famiglia, donne, celibato. Gestirà dietro le quinte, tanto non c’è problema: solo cinque vescovi tedeschi (tra cui un cardinale) si sono schierati contro la sua linea. Chiunque verrà dopo di lui, ne sarà degno erede.