Chi è Maurizio Leo, il prof. antitasse candidato del centrodestra alle suppletive
Politiche fiscali, decoro e lotta all'abusivismo i temi su cui punta l'ex assessore al bilancio nella giunta Alemanno
Roma. Il candidato del centrodestra romano che non sembra un candidato tipico del centrodestra romano: lo slogan di presentazione di Maurizio Leo non è ovviamente questo, ma la prima cosa che salta in mente agli osservatori è che, nel collegio uninominale di Roma Centro, elezioni suppletive del primo marzo, dove ci si deve aggiudicare il seggio lasciato vacante dall’ex ministro Paolo Gentiloni, si stia scontrando, contro Roberto Gualtieri, candidato di centrosinistra, ex europarlamentare e ministro dell’Economia, un uomo che parla con i toni del professore (quale è) e che non contrappone a Gualtieri un physique e un lessico avulsi dal mondo cui anche Gualtieri si rivolge.
E insomma, a dieci giorni dal voto, Maurizio Leo, già deputato nel 2001, nel 2006 e nel 2008, e dal gennaio 2011, per due anni, assessore al Bilancio e allo sviluppo economico di Roma Capitale nella giunta Alemanno (ai tempi del famoso “problema del debito”), si aggira per Roma da candidato proveniente da Fratelli d’Italia che mette d’accordo tutto il centrodestra, incontrando, tanto per cominciare, dice, “le categorie deluse dal centrosinistra, dai Cinque stelle e in particolare dalla manovra economica del governo” Conte bis. E negli ultimi giorni questo ha fatto, Leo, come prima cosa: farsi percepire come “uomo anti-tasse” che si contrappone al ministro che di tasse si deve occupare (la visione di Leo va in direzione di una flat tax progressiva). Ma siccome siamo a Roma, e a Roma si voterà tra poco più di un anno, la campagna elettorale del professor Leo – esperto di diritto tributario, avvocato cassazionista, docente alla scuola di Polizia tributaria e all’Accademia della Guardia di Finanza, e presso la Scuola superiore dell’Economia e delle Finanze – ha assunto, a destra, i toni della prova generale, tanto più che Matteo Salvini, dalla Lega, a Roma ha appena concluso un’assemblea di lancio-Opa sulla Capitale.
E infatti, a parte la politica fiscale, i temi cardine su cui punta Leo, che da assessore si era occupato di finanziamenti strutturali ma anche di multe (con antesignano meccanismo di rottamazione), sono temi molto romani come il decoro urbano, la sicurezza e la lotta all’abusivismo. “Ho deciso di dare la mia disponibilità perché penso che il centrodestra, a Roma, abbia tutte le carte in regola per porre rimedio alla situazione disastrosa in cui versa la città – situazione che è sotto gli occhi di tutti. E però uno dei motivi che mi hanno indotto a candidarmi è il fatto che la legge di Bilancio contenga previsioni che non vanno nella direzione dell’aiuto alle imprese e ai cittadini. Per non dire della disciplina degli appalti: il committente deve diventare una sorta di agente del fisco”. In nome del “fisco giusto”, Leo ha impostato la campagna elettorale su bilancio, Irpef, pensioni. Quanto alle priorità del collegio in cui si è candidato, Leo pensa che il decoro “sia una delle grandi emergenze” del centro storico, a partire dallo smaltimento dei rifiuti e passando per il contrasto dell’abusivismo commerciale (“no a gente senza licenza che vende merci buttate per terra”, è il concetto).
E non pensa, Leo, che la parola “termovalorizzatore” debba essere tabù: “Ci sono paesi in cui sul tetto del termovalorizzatore è stata costruita una pista da sci. Con impianti più avanzati, lo smaltimento dei rifiuti può diventare motore di sviluppo, senza mettere a rischio la salute”. La sicurezza, cavallo di battaglia Meloni-Salvini, per il candidato Leo deve essere intanto “sforzo quotidiano in nome della vivibilità. Non ci può essere un’aggressione al giorno, non ci possono essere a Roma zone ‘far west’, come alcune aree di Trastevere”. Verso l’avversario Gualtieri, Leo ha dal primo giorno dichiarato l’intenzione di condurre un duello “cavalleresco e sui contenuti”. E il rapporto Fratelli d’Italia-Salvini? “Il centrodestra, a differenza del centrosinistra”, dice il candidato, “alla fine trova sempre un’intesa”. E mentre il primo marzo si avvicina, nel centrodestra si guarda al Campidoglio.