Sui taxi il Pos sarà obbligatorio, ma si va verso l'aumento delle tariffe
Ecco cosa prevede il nuovo regolamento comunale per taxi e Ncc. Cosa cambia per i tassisti e cosa per gli utenti
Roma. Facendo un bilancio complessivo, sembra che il sistema dei taxi a Roma abbia sempre presentato più tutele e vantaggi nei confronti degli esercenti piuttosto che degli utenti. Secondo analisi citate da Carmine Soprano, economista della Banca Mondiale, Roma e Milano sono tra le città più care d’Europa per quanto riguarda le tariffe: se anche il prezzo iniziale e gli indici di scatto del tassametro sono conformi e nella media, a penalizzare chi sceglie di salire su un taxi a Roma sono i vari “supplementi” del sovrapprezzo notturno, del giorno festivo o del bagaglio.
La Giunta Capitolina presenterà nei prossimi giorni un nuovo regolamento di taxi ed Ncc redatto dal presidente della Commissione mobilità Enrico Stefàno e dalla consigliera e membro della commissione Annalisa Bernabei, che ci ha spiegato le novità che saranno introdotte. Per cominciare, due obblighi con cui si cerca di rendere più moderno il servizio: quello per i tassisti di essere registrati ad un servizio di posta elettronica certificata che snellisca la burocrazia che interessa licenze e veicoli, e quello di permettere su tutte le auto al cliente di pagare con “metodi alternativi al contante”. Una richiesta che piace poco ai tassisti, che lamentano commissioni eccessive da parte delle banche. Ma, risponde la Bernabei, il Pos obbligatorio è una forma di tutela per l’utente irrinunciabile. E, in ogni caso, sulle commissioni delle banche il Comune di Roma può fare ben poco.
Altra novità saranno le “doppie guide” in occasione di eventi che richiedono una particolare mobilitazione. In sostanza si potrà cedere il proprio taxi a un altro guidatore provvisto di licenza, di modo da allungare le ore di servizio. Sulle nuove tratte fisse ancora non c’è nulla di ufficiale ma si sta considerando di introdurne per destinazioni come l’Auditorium, lo stadio Olimpico e Ostia, mentre uno degli obiettivi su cui Stefàno e Bernabei dichiarano di essersi più impegnati è quello della legalità: il nuovo regolamento ha l’intenzione di rendere più definiti i parametri per punire sia gli abusivi che spesso truffano i clienti fuori da stazioni o aeroporti, sia i tassisti che hanno condotte violente o scorrette, fornendo alle forze dell’ordine gli strumenti per intervenire.
Ma venendo al tasto dolente, rimane una voce del nuovo regolamento che rischia di rappresentare un danno per gli utenti e un regalo ai tassisti, quella di una revisione delle tariffe che dà l’impressione di prendere più la piega di un aumento che di un contenimento. La Bernabei ci spiega che la questione verrà risolta in una Commissione che verrà composta a breve e che dovrà dare il suo parere tra sei mesi, di cui faranno parte le maggiori sigle sindacali dei tassisti, cinque rappresentanti degli utenti e tre esperti nominati dal Comune di Roma. Le tariffe sono stabilite in base a un rapporto dell’Istat che, come si legge sul regolamento che verrà presentato in Aula, tengono conto dei seguenti parametri: “Costi di percorrenza, costo del personale, costo del veicolo e spese di struttura”. Sempre sul regolamento si legge che la Commissione ha una funzione solamente consultiva, ma il rischio è che Roma continui a scalare la classifica delle città più care i cui prendere un taxi.