L'ultima frontiera della socialità è il supermercato aperto fino alle 19
I romani più intrepidi e anarchici sono riluttanti al rispetto del forzoso isolamento da coronavirus
Roma. “Ao, ci vediamo al Carrefour”. Il messaggio ripetuto ossessivamente da giornali, tv, politici, star di Instagram e, soprattutto, da medici e comunità scientifica è di rimanere a casa. Ma la primavera là fuori “è la più bella degli ultimi anni” e “comunque alla fine devo uscire per lavorare”. Insomma, i romani più intrepidi e anarchici sono riluttanti al rispetto del forzoso isolamento da coronavirus. E se Virginia Raggi chiude parchi, ville e mercati rionali, allora il punto di ritrovo diventa il supermercato, la principale attività rimasta aperta. Il baluardo di una vita normale in tempi eccezionali. Così prima nelle file per gli ingressi contingentati, poi tra un surgelato e un’insalata, si riesce almeno scambiare quattro chiacchiere. “E’ un vero problema”, ci racconta Marcello Cappelli, che insieme al fratello e al nipote è titolare di tre punti vendita di una nota azienda della grande distribuzione in tre diverse zone della Capitale. Per scongiurare il fenomeno i Cappelli hanno persino lanciato un messaggio sulle pagine Instagram dei loro supermercati “Andare a fare la spesa – scrivono – non può diventare un alibi per uscire di casa, né essere un momento di distrazione”. Ma non è facile. Ci racconta: “Ci sono famiglie che vengono in 5 e 6, noi facciamo entrare una persona sola, ma inevitabilmente gli altri rimangono qui fuori a chiacchierare, c’è chi mi dice che non può lasciare i figli a casa da soli anche se hanno 15 o 16 anni, ma dai… dovremmo fare come in Cina: esce un solo familiare ogni tre giorni, lo ripeto a tutti, ma alle persone non entra in testa. Anzi un 14enne mi ha ricordato di farmi i c… miei”.
Da ieri comunque, almeno per la serata, i supermercati saranno off limits: tutto chiuso dopo le 19 (le 15 la domenica) e incontri saltati, almeno in nottata, dove i carrefour h24 promettevano di diventare tristi bivacchi per i sabato sera dell’emergenza Covid-19. Le nuove fasce di aperture sono state fissate con un’ordinanza della Regione Lazio dal vicepresidente Daniele Leodori, andando incontro alle richieste dei sindacati. E inevitabilmente hanno accresciuto le file davanti ai negozi, tanto che c’è chi confessa di aver atteso anche più di un’ora.
Se da un lato c’è chi vive con insofferenza l’obbligo di rimanere in casa, dall’altro c’è chi, forse un po’ esagerando si prepara a scenari apocalittici. “Ad alcune persone abbiamo venduto anche 15 chili di farina in una sola volta”, racconta Pietro, 32 anni, cassiere di un supermercato in zona Trionfale. E come la farina, anche soluzioni per dolci, legumi, varechina e casse d’acqua finiscono a ritmi impressionati. Sonia 39 anni, impiegata, è una delle venti persone che aspettano davanti al supermercato. Tutti regolarmente distanziati, quasi tutti con la mascherina. “È la seconda volta che faccio la spesa, l’ultima volta ero venuta più di una settimana fa, mi sto impegnando ad acquistare tutto insieme per evitare di dover uscire spesso di casa”. Lei che ha una mascherina con valvola, le famose Fpp2 ormai introvabili, se la prende con chi esce: “Sono degli irresponsabili, bisogna stare a casa, sempre”. Anche Marcello Cappelli le sta provando davvero tutte per ricordarlo. Fuori dal suo punto vendita alla Balduina è tappezzato di cartelli “Restate a casa”, “Rimanete distanti”. Ce n’è persino uno che invita “a non parlare al telefono durante la spesa”. “Serve a far sì che le persone facciano in fretta”, ci spiega. All’interno del negozio sta facendo come tutti: ingressi contingentati, carrelli disinfettati, divisori in plexiglass alle casse per separare chi paga dai cassieri, personale dotato di mascherine e guanti in lattice. “I vigili – riconosce – sono stati molto solerti: vengono spesso a controllare, sarebbe bene che lo facessero anche con i perdigiorno che se ne vanno in giro”. Ogni mezz’ora poi all’altoparlante Cappelli fa leggere un messaggio. “Per tutelare la salute di tutti rispettare le regole rimanete distanti e acquistate celermente, grazie”.
Non è solo il suo supermercato ad aver implementato questo genere di comunicazioni. Da oggi è possibile che qualcosa di simile arrivi anche per le strade della Capitale. La sindaca Virginia Raggi ha deciso: Polizia locale e Protezione civile si sostituiranno all’arrotino e all’ombrellaio e vagheranno in automobile a giri bassi per le vie di Roma ribadendo il monito a tutto volume “Restare in casa”. Anche perché il rischio è beccarsi una denuncia nelle situazioni più inaspettate.