La scuola nuova
Il ritorno sui banchi come canovaccio di ripartenza politica per giunta e opposizione
Roma. C’è un Piano scuola nazionale che prende forma, pur in mezzo alle polemiche su eventuali turni e proseguimento parziale della didattica a distanza, ci sono le cifre (quattrocento milioni di euro per potenziare la connettività, portando negli istituti la banda ultralarga e fornendo voucher alle famiglie meno abbienti per l’acquisto di tablet e pc). E poi c’è Roma, la città che fa caso a sé, per dimensioni e diversità dei quartieri, spesso mondi a parte, diversi l’uno dall’altro per composizione sociale. Diversa è anche l’impostazione tra giunta Raggi, opposizione e singoli municipi sul modo di affrontare il tema della difficile ripartenza scolastica, oltre ad altri temi urgenti (e ieri il presidente del municipio VIII Amedeo Ciaccheri ha lanciato un appello al sindaco in direzione dell’ascolto della città, evitando di ricorrere “a task force” che eludono il confronto). La scuola intanto diventa il canovaccio attorno a cui cominciare, sia dal lato Cinque stelle sia dal lato Pd, a disegnare un’idea di città che non potrà più essere quella di prima.
L’assessore comunale alla Scuola m5s Veronica Mammì, sulla base delle valutazioni di una delle famose task-force criticate come strumento “sostitutivo” del dialogo all’opposizione, ha annunciato di voler riaprire il prima possibile nidi e scuole materne, e, in un’intervista all’inserto locale del Corriere della Sera, ha parlato di “percorsi e luoghi”, ipotizzando l’uso delle aree verdi per far partire attività simili a quelle dei centri estivi e per interrompere, almeno per i bambini più piccoli, la lontananza dalla sfera anche sociale dell’apprendimento. Il Pd romano, intanto, da un lato si è attivato sugli studenti degli ultimi anni di ogni ciclo: “Bisogna garantire a tutti gli alunni che terminano un ciclo scolastico il diritto a un rito di passaggio codificato nei modi, nei tempi e negli spazi per salutarsi a scuola, tra compagni e insegnanti, prima di chiudere una fase lunga e importante della loro vita”, dichiarano Claudia Daconto, della segreteria romana, e la responsabile scuola Annarita Leobrun, proponendo un mini-piano a governo e ministero dell’Istruzione. Dall’altro lato, e cioè sul fronte scuole per la prima infanzia, il presidente del Primo Municipio Sabrina Alfonsi annuncia di essere già al lavoro, a monte delle dichiarazione dell’assessore Mammì e “in attesa delle determinazioni nazionali e capitoline riguardo i tempi e le modalità di ripresa dei servizi scolastici ed educativi”, con l’avvio di “un percorso che possa condurre, ove le norme di prevenzione lo consentiranno, all’attivazione di una rete di centri estivi attivi sul territorio, che possano operare in piena sicurezza”. Resta sullo sfondo al grande incognita: come predisporre le scuole per settembre?