Tra mille incertezze (e silenzi del governo) i musei si preparano a riaprire
Questi mesi di quarantena in realtà non hanno fermato i centri dell’arte moderna e delle esposizioni, uno dei pochi settori che ha Roma ha un discreto successo e un’affermata reputazione internazionale
Roma. Il Covid ha congelato il mondo della cultura e delle mostre in maniera solo apparente. Questi mesi di quarantena in realtà non hanno fermato i centri dell’arte moderna e delle esposizioni, uno dei pochi settori che ha Roma ha un discreto successo e un’affermata reputazione internazionale. Molti di loro hanno approfittato del lockdown per impegnarsi e concentrarsi nell’allestimento non di una nuova mostra, ma di siti web interattivi e ricchi di contenuti, come per quello nuovo ed innovativo del Macro, per la mostra su Raffaello alle Scuderie del Quirinale o per i video online del Maxxi che, in questi due mesi, hanno raggiunto 11 milioni di visualizzazioni. Ma, ora che siamo entrati nella fase due, si cominciano già a progettare i tempi e i modi per riaprire. Anche se dal governo e dal Ministero dei beni culturali non si è saputo granché.
Il direttore del Maxxi arte, Bartolomeo Petracchi, ci spiega che “si spera di ripartire per il 18 maggio, ma è una data che i responsabili delle gallerie e delle mostre non possono dare per certa, visto che è solamente dedotta dal fatto che nel nuovo Dpcm non si dice che dal 18 non potranno riaprire. Ma ancora non c’è nulla di ufficiale, e il 17 maggio potrebbe uscire un decreto che ci impone di restare chiusi ancora fino a giugno. Ma nel frattempo noi abbiamo previsto per il 18 di riaprire al pubblico la mostra su Joe Ponti, che l’emergenza Covid ci aveva costretto a sospendere, mentre per il 2 Giugno stiamo preparando altre due gallerie: l’esposizione “real Italy”, sugli artisti italiani contemporanei, e la mostra di architettura e design “At Home”, che abbiamo ripensato con delle aggiunte che hanno naturalmente anche a che fare con l’emergenza che abbiamo appena vissuto.
Anche al Palazzo delle Esposizioni, il direttore artistico Cesare Pietroiusti ci spiega che “siamo in attesa di chiarimenti dal governo, ma nel frattempo stiamo sanificando tutti gli spazi e immaginando percorsi che possano garantire la piena sicurezza ai visitatori quando riapriremo. Per fortuna abbiamo sale molto ampie, il che rende più semplice renderle accessibili. Non abbiamo certezza sulle date, ma abbiamo già prorogato le due mostre che erano attive prima dell’emergenza, “Metropoli” di Gabriele Basilico e la mostra su Jim Dine. Abbiamo però già in progetto di chiudere la mostra “Metropoli” il due giugno per inaugurare un progetto di cui ancora possiamo dire poco, ma che avrà concettualmente a che fare con questo periodo di quarantena che abbiamo vissuto”.
Mentre rimarrà chiuso, anche nel caso si dovesse poter riaprire, il Macro di via Nizza, come ci spiega il nuovo direttore Luca lo Pinto: “L’emergenza Covid è scoppiata all’inizio del mio mandato quando il Macro era già chiuso, e quindi per noi è stata anche un'occasione per lavorare con più tempo ed attenzione al restyling completo che porterà il Macro ad essere una mostra che dura tre anni ma che cambia continuamente. Si chiamerà il “Museo per l’immaginazione preventiva” ed è un progetto che speriamo di inaugurare al Luglio.
La vera incognita per tutti i musei e le galleria sarà infatti proprio quest’estate: i turisti saranno italiani e forse solo locali. Quindi per le mostre a pagamento, vista la crisi che il Covid ha causato, non sarà facile attrarre visitatori. Noi per fortuna abbiamo un ingresso gratuito e speriamo a Luglio di contribuire alla rinascita culturale della nostra città. Intanto la prossima settimana ripartono i lavori”.
In conclusione, il messaggio del mondo delle gallerie romane sembra essere chiaro: siamo pronti per tornare ad accogliere visitatori ed appassionati di arte ed architettura, anche se con flussi contingentati e con tutte le misure di sicurezza che saranno necessarie. Ma dal governo ancora non c’è stata chiarezza su date o dettagli: Quando si potrà riaprire? Quanto potranno essere consistenti flussi di visitatori? Chi farà rispettare le misure di sicurezza? Nel dubbio, al Palazzo delle Esposizioni hanno già fatto scorta di gel igienizzante e mascherine. Come a dire: “Quando volete, noi siamo pronti”.