Roma. Alla fine i primi risultati sono ancora migliori del previsto. “Ci aspettiamo di trovare al massimo un 3 per cento di individui già entrati in contatto con il Covid-19”, aveva detto poco più di dieci giorni fa, presentando in videconferenza stampa “la più grande indagine epidemiologica d’Italia”, l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato. Dai primi dati dei test del sangue, che su base volontaria la Regione Lazio sta effettuando su operatori sanitari e forze dell’ordine (con l’ambizioso obiettivo di 300 mila test), la percentuale risulta ancora minore: il 2,17 per cento. Su quasi 20 mila persone testate (19.414, per la precisione) solo 422 hanno mostrato nel loro sangue gli anticorpi al Covid. Solo 9 di questi sono poi risultati “attualmente positivi” al tampone naso-faringeo. Gli attuali test sierologici che verificano la presenza nel sangue degli anticorpi dicono infatti se l’individuo è entrato in contratto con il coronavirus, ma non forniscono, almeno per ora, alcuna informazione su quando questo è accaduto, e se, dunque, il virus è ancora vivo e attivo. Per questo chi risulta positivo al test sierologico deve poi recarsi in una delle 17 postazioni drive-in allestite per effettuare, direttamente in auto, il tampone.
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