Raggi nel ciclone
La gestione dell’emergenza messa sotto accusa dal centrosinistra nei municipi. E la guerra interna al M5s
Il sindaco Virginia Raggi saluta con parole altisonanti l’arrivo di nuovi mille monopattini (ieri, davanti al Colosseo, al grido di “traghettiamo Roma verso una nuova era”), ma i municipi scalpitano. E non soltanto perché il M5s, nei parlamentini locali, da tempo non è solido. Ieri è esplosa la maggioranza a Cinecittà, in quel VII municipio governato da Monica Lozzi, una delle antagoniste interne del sindaco (la presidente del consiglio municipale Elisa Zitoli ha rassegnato le dimissioni). Neanche un mese fa era scoppiata la crisi nel IV municipio, davanti al quale oggi manifesterà il centrosinistra romano unito, contro la decisione di Raggi di nominare commissario per il municipio stesso Roberta Della Casa, ex presidente sfiduciata all’unanimità su proposta dei consiglieri grillini (dice il capogruppo pd in Comune Giulio Pelonzi: “Vergognoso, sia politicamente sia istituzionalmente”, che il sindaco “prenda come consulente per la gestione l’ex presidente Della Casa”).
C’è poi la questione “piano sociale”. Dice il segretario del Pd romano Andrea Casu: “Si tratta di un piano che, con dati del 2017, descrive quello che nel 2018 Roma Capitale si sarebbe dovuta impegnare a fare già per il 2019, e che non tiene conto dei cambiamenti e dei nuovi bisogni che la pandemia ha portato. Senza nemmeno parlare con le realtà sociali in prima linea nell’emergenza. Inoltre il Comune di Roma non è stato capace in due mesi neppure di consegnare a tutti i buoni spesa per cui governo e regione hanno stanziato ventidue milioni di euro”. Per questo, all’annuncio di una nuova task force capitolina per fronteggiare l’emergenza, pochi giorni fa, Pelonzi e Casu hanno diramato una nota congiunta: “La città chiede al Campidoglio soluzioni concrete, non nuove task force”. Anche nel secondo municipio la gestione emergenziale e post-emergenziale firmata Raggi viene messa sotto accusa, all’inizio di una fase di ripartenza che presenta criticità per imprese e cittadini. Francesca Del Bello e Carla Fermariello, presidente e assessore alle politiche sociali del parlamentino, infatti, ricordando di “aver tenuto con il Campidoglio la massima disponibilità al confronto”, definiscono il piano “carente e tardivo”, insufficiente a rispondere “ai nuovi e crescenti bisogni della città, aggravati e resi ancora più impellenti dall’emergenza epidemiologica. Nessuna traccia di quanto ci troviamo ad affrontare, nessun elemento dell’attuale crisi che stiamo vivendo emerge dal piano in discussione. Non riteniamo possibile pensare di ridisegnare i servizi sociali e socio-assistenziali, anche con riferimento alla fase 2, senza riconoscere il ruolo centrale dei municipi”. D’altronde il sindaco, a inizio emergenza, faticò per così dire a sintonizzarsi sulla situazione: parlava di strade e buche, per la costernazione dei cittadini.