Operazione campi nomadi. A fari spenti, e stando ben attenta a non alzare la palla alla destra senza però litigare con la sinistra, Virginia Raggi sta mettendo a punto un piano per chiudere due storici insediamenti. Si tratta dei campi della Barbuta e della Monachina. Situazioni, da tanto, troppo tempo al limite della decenza. Il primo campo è abitato da circa 260 persone, il secondo da 80. Tra loro il 30 per cento sono minori. Per il superamento dei campi rom, il Campidoglio ha ricevuto dall’Unione Europea 3,8 milioni di euro tra il 2014 e il 2020. Le aree della Barbuta e della Monachina sono situate rispettivamente nel VII municipio a Roma sud, alle porte di Ciampino, e nel XIII municipio (zona Aurelio). Finora i tentativi di arrivare a un’intesa con chi risiede in questi campi attrezzati – dove spesso e volentieri mancano le basilari condizioni igienico-sanitarie – sono naufragati. Con l’emergenza covid la pratica ha subito un rallentamento, ma ora il Comune deve andare di corsa per evitare le multe dell’Europa. Quindi bisogna agire, ma in un difficile equilibrismo. L’argomento è esplosivo e fertile terreno di battaglia per Lega e Fratelli d’Italia, pronti a cavalcare qualsiasi passo falso. Eventualità che si è verificata in più di un’occasione durante questi anni di grillismo al potere. Sicché i rom, spiegano dal Campidoglio, non avranno corsie privilegiate per le case popolari. “Ne avranno diritto solo se in graduatoria, come tutti gli altri”.
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