Al direttore - C’è un rischio che l’Italia e la sua capitale corrono e che bisogna a tutti i costi sventare: che le elezioni romane del 2021 siano qualcosa di simile a un incontro di wrestling, con sfidanti che, con evoluzioni tanto plateali quanto irrealistiche, si scontrano per settimane offrendo uno spettacolo che avrà però scarso impatto sulla realtà. E’ molto probabile che chiunque vinca la sfida non sia poi in grado da solo, o con la sola parte che lo ha sostenuto, di incidere se non superficialmente sugli enormi problemi di Roma. Vincitore sul ring della battaglia elettorale, ma destinato ad andare al tappeto nella sfida, vera, del governo della città. Non intendo certo sottovalutare l’importanza di una giunta che abbia chiare le riforme radicali non più rinviabili per imprimere una svolta nell’amministrazione della Capitale, essendomi in questi anni impegnato in prima persona per perseguirle. Credo, anzi, che si debba pretendere che i candidati spieghino, con chiarezza e nel dettaglio, come intendono affrontare i nodi irrisolti del governo di Roma. E perché ritengono di poter riuscire dove in tanti fino a oggi hanno illuso e deluso. Serve a poco la desolante elencazione di problemi che sono sotto gli occhi di tutti, ma bisogna invece avanzare soluzioni puntuali.
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