Sarà anche vero che il Sinodo amazzonico ha avviato processi non chiudendo la porta alle richieste più ardite (viri probati, diaconesse, rito proprio delle regioni sudamericane, eccetera), ma a un anno di distanza dalla sua conclusione i maggiori sostenitori della svolta non hanno ancora digerito il documento finale. Paolo Suess, tedesco trapiantato dal 1966 in Brasile, teologo che criticò aspramente il discorso di Benedetto XVI ad Aparecida (2007) – “Non abbiamo il diritto di fare proselitismo, sminuire una religione piuttosto che un’altra o invogliare alle conversioni. Il popolo deve decidere quale sia la migliore religione per questo momento storico” – è arrabbiato.
Abbonati per continuare a leggere
Sei già abbonato? Accedi Resta informato ovunque ti trovi grazie alla nostra offerta digitale
Le inchieste, gli editoriali, le newsletter. I grandi temi di attualità sui dispositivi che preferisci, approfondimenti quotidiani dall’Italia e dal Mondo
Il foglio web a € 8,00 per un mese Scopri tutte le soluzioni
OPPURE