La candidatura di Carlo Calenda, nel bene e nel male, ha rotto gli equilibri nella corsa del centrosinistra al Campidoglio. Perché la domanda ora è: accetterà l’europarlamentare di sottoporsi al rito delle primarie (tra febbraio e marzo), percorso che era già avviato in città con diverse candidature (e i candidati simpaticamente ribattezzati 7 nani anche se sono almeno 9)? Lui, si è capito, vorrebbe un’investitura dall’alto, evitando la consultazione. “Le primarie servivano se non ci fossero stati candidati di peso. Ma ora ci sono io…”, ha detto, un po’ alla Marchese del Grillo, alla Stampa. Gli altri, però, non ci stanno. “Io punto a fare l’ottavo nano…”, dice sorridendo Giovanni Caudo, urbanista, presidente del III municipio. “Scherzi a parte, la candidatura di Calenda è un buon segno, a patto che si facciano le primarie che, voglio sottolineare, sono del centrosinistra e aperte. Detto questo, vedo che l’ex ministro posta foto dei libri che sta studiando. Ecco, mi piacerebbe ascoltare le soluzioni che ha in mente per la città. Gli dò un consiglio: oltre ai libri ci vogliono anche le scarpe, per andare in giro”, aggiunge Caudo.
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