Si era lanciato nell'arena con anticipo ed energia, dal salotto di "Che tempo che fa". Aveva parlato subito del problema, quel "non poter parlare a nome del Pd". Aveva detto a Zingaretti "devi accontentarti. Ma ora bisogna scongiurare il rischio di auto-implosione nella lunga guerra di trincea che s'annuncia all'orizzonte
Partire in quarta e con il botto, andare a “Che tempo che fa” a dire che la candidatura a sindaco di Roma è un “dovere e una grande avventura”, collezionare endorsement (tra gli altri, Enrico Letta, Giorgio Gori, Pierluigi Castagnetti, Enzo Bianco, Matteo Renzi): sembravano i dieci giorni capaci di sconvolgere piani e destini della città, quelli successivi all’annuncio della discesa in campo di Carlo Calenda nella corsa a sindaco di Roma.
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