C’era una volta la piccola età dell’oro dei monopattini elettrici: era maggio, si usciva dal lockdown di marzo e aprile, e il sindaco Virginia Raggi inaugurava ogni due giorni stock di veicoli a due ruote in sharing. E, improvvisamente, le strade appena ripopolate si riempivano di persone intente a sfrecciare, quasi spensierate vista la riapertura delle attività, sul Lungotevere ancora poco trafficato e su e giù per i colli di una città ancora fantasma. E però, dopo un mese, la situazione della micro-mobilità elettrica, nuova frontiera della mobilità sostenibile, per come l’avevano descritta a monte, scontava qualche eccesso di entusiasmo: capitava infatti spesso non soltanto di essere superati, sul marciapiede, da silenziosi e sfreccianti temerari del monopattino, ma anche di inciampare, di notte, nella selva di monopattini abbandonati alla meglio (e caduti per terra). Oppure di vedere gruppetti di monopattini in gara tra loro, magari contromano, spesso con a bordo due persone. E insomma, nel bel mezzo dell’estate, il sindaco, con ben quattro aziende di monopattini (Bird, Dott, Helbiz, Lime) sul territorio, aveva chiamato a vigilare sul micro-traffico incontrollato un gruppo di stuart in pettorina rossa. E però, tempo due mesi, era stata anarchia, nonostante l’implementazione del nuovo mezzo di trasporto coincidesse – ironia della sorte – con la scomparsa dei turisti causa Covid.
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