Luminarie e tradizioni: il balcone della signora Maria alla Balduina
E’ il terrazzino più famoso del XIV municipio, lo addobba ogni anno una donna 95enne. “Non è Natale senza le sue luci”
Nulla è più denso di tradizioni e abitudini del Natale. Un groviglio di consuetudini sacre, profane, universali, strapaesane e personali che ogni anno si ripetono rassicuranti. Riti a cui si tiene tantissimo e a cui nessuno vorrebbe rinunciare. Come Papa Francesco non ha rinunciato ad andare a pregare l’8 dicembre sotto l’obelisco dell’Immacolata concezione dove ogni anno il vigile del fuoco più anziano del comando di Roma si arrampica per posare una corona di fiori: in gran segreto con l’ombrello sotto la pioggia battente il papa ha onorato la tradizione. Tante famiglie invece dovranno astenersi dai cenoni di per rispettare le raccomandazioni del governo, nessuno però vuole rinunciare a una tradizione covid-free: gli addobbi.
Quelli su balconi, finestre e terrazzi nella Capitale diventano a Natale quello che la palma luminosa sull’attico di Roberto D’Agostino sul lungotevere è tutto l’anno. Connotazione dei luoghi, punto di riferimento per le indicazioni stradali (specialmente se si trovano su strade di passaggio), bussole urbane verso il cielo, ma più in basso delle stelle. E tra gli addobbi c’è di tutto: pupazzi di neve, babbi natali che salutano, renne, madonnine, cuori, ghirlande e – da alcuni anni – i babbi natali che arrampicano, decorazioni più inquietanti, tanto più aumentano le dimensioni, con l’effetto di farli sembrare ladri umani. Non mancano d’altronde i casi di cronaca. “Travestito da babbo natale prova a entrare in appartamento”. E’ diventato persino lo spunto per un film di Aldo, Giovanni e Giacomo di qualche anno fa: la banda dei Babbi Natali appunto.
L’inventario di tutti gli addobbi possibili però si trova su un balcone della Balduina, all’incrocio tra via Marziale e viale delle Medaglie d’Oro. E’ il balcone della signora Maria. E qui lo sanno tutti. Perché a Natale, da oltre 25 anni, se passi dopo il tramonto è impossibile non notarlo. Un cazzotto di luce al secondo piano. Mille lucine sempre uguali, ma sempre diverse che da quasi 30 anni illuminano i natali del quartiere. Chissà forse lo deve aver visto anche Virginia Raggi e averne tratto proficua ispirazione, perché quest’anno per rendere finalmente Spelacchio un albero bellissimo (“metafora della città”, ha detto) la sindaca ha chiesto aiuto ad Acea e lo ha riempito, dal puntale al tronco, di centinaia di migliaia di luci a led.
“L’addobbo più antico è la renna”, ci spiega Paolo Panczyk, il figlio della signora Maria, che da alcuni anni l’aiuta ad addobbare il balcone. “Mia madre – ci racconta – ha sempre amato le tradizioni natalizie e ha fatto sempre molti addobbi. Quando si è trasferita qui nel 2000 e ha visto questo balcone ha deciso di addobbarlo alla maniera della pubblicità della Coca-Cola di tanti anni fa: con miriade di lucette sulle quattro finestre della casa e sul balcone. All’epoca era una cosa che in Italia facevano poche famiglie. La gente lo ha notato subito, e così da diversi anni nel quartiere c’è grande aspettativa”. Quest’anno sulla pagina Facebook “Sei di Balduina se”, la foto del terrazzo addobbato della signora Maria ha ricevuto oltre 1.200 like e centinaia di condivisioni. I commenti al post sono tutto un mix di nostaglia e gratitudine verso questa signora, oggi 95enne, che è diventata un simbolo del quartiere. C’è un commento anche del titolare del negozio di ferramenta che si trova proprio sotto casa della signora Maria. “Non so quante prolunghe e spine gli ho venduto”. “Effettivamente – scherza Paolo – per anni mia mamma è stata un’ottima cliente, potremmo fare tranquillamente un’enorme bancarella”. Ma l’attenzione per il balcone della signora Maria è iniziato ben prima dei social. Racconta ancora il figlio Paolo: “Mia madre di solito già a fine novembre cominciava l’allestimento, un anno tardò qualche giorno e sul citofono di casa sua iniziò a trovare decine di bigliettini di persone che si chiedevano ‘Ma che fa quest’anno non mette le luci?’, ‘Come mai così in ritardo?’, ‘Aspettiamo il suo Natale per fare il nostro albero!’. Una notorietà involontaria che negli anni ha attirato anche la politica: “Una volta venne da noi un assessore, voleva chiederci di aiutarlo, usare il balcone di mia mamma come esempio di terrazzo addobbato”. Un prontuario per uccidere la poesia: “Ecco come mettere le luci di Natale”. Molte di quelle sul balcone della signora sono regali di Natale. “Sapendo di questa sua passione, negli anni in tanti gliene hanno regalate per incrementare la collezione.Da quest’anno – racconta Paolo – la mente di mia madre è un po’ confusa e quindi abbiamo dovuto montarle io e mio nipote. La sera dopo ho portato mia madre sul balcone per fargliele vedere e lei si è stupita come la prima volta, sembrava una bambina, era felicissima”.