In questo Natale strano in cui il Covid ci fa stare separati e con pochi, in alcuni casi persino da soli, ma sempre distanziati, “mascherinizzati” e igienizzati da gel dagli odori improbabili, domina ovviamente il virtuale. La speranza, almeno per ora, non ci abbandona, e quella parola, seppur in inglese, ci conforta da “3 Decades of Dissent”, la mostra di Shepard Fairey che vediamo grazie alla piattaforma Lieu.City, una nuova tecnologia al servizio dell’arte che ne migliora la fruibilità e che si mette a servizio di musei, espositori e appassionati. Nel caso dell’artista californiano, ci fa entrare di nuovo alla Galleria d’Arte Moderna di via Crispi dove troviamo una delle sue opere più conosciute, la copia autografata di “Hope” (2008) in cui ha ridefinito il volto di Barack Obama, creando così un’immagine iconica che ha fatto il giro del mondo.
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