Se a livello nazionale reggerà l'alleanza tra Pd e 5 Stelle, l'obiettivo è trovare un candidato unico nella Capitale. Altrimenti ognuno per la sua strada. E i tempi che si allungano non dispiacciono nemmeno al centrodestra
La politica capitolina, va da sé, è quella più piegata agli umori del Palazzo. Quel che accade in Parlamento ha spesso ripercussioni dirette sulla vita del Campidoglio e della Pisana. A volte i due mondi s’intersecano e le sliding door sono ricorrenti. Basti pensare a Paolo Gentiloni, per anni braccio destro di Francesco Rutelli in Comune, diventato poi presidente del Consiglio e ora commissario europeo. O allo stesso Rutelli, candidato premier nel 2001. O Roberto Giachetti, anch’egli con la sua bella gavetta in Comune prima di diventare uno dei maggiori esponenti del Pd, prima, e di Italia Viva, poi. Lo stesso Walter Veltroni diede la sua scalata alla leadership del Partito democratico da sindaco di Roma. I passaggi di testimone tra parlamentari, consiglieri comunali e regionali non si contano. Con le dovute eccezioni, ovvero quelli che restano confinati nei loro ruoli. Prendiamo Davide Bordoni: una vita passata in consiglio comunale per Forza Italia senza mai riuscire a fare il grande salto in Parlamento. Chissà che non gli riesca adesso col passaggio alla Lega.
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