Per il presidente di Acer, la situazione nazionale è una grande occasione, un modello da seguire anche nella Capitale. Perché, come ha scritto in una lettera al nuovo premier, "senza Roma il paese intero non riparte"
“Anche a Roma serve un Drago”. La metafora non è particolarmente originale, ma il senso è chiarissimo. A Nicolò Rebecchini piace Mario Draghi. Di più. Secondo il presidente dell’Associazione romana dei costruttori (Acer) la situazione nazionale è una grande occasione, un modello da seguire anche nella Capitale. Rebecchini lo ha scritto direttamente al nuovo presidente del Consiglio in una missiva di rito inviata per congratularsi e in cui ha palesato i suoi timori: “Non possiamo rimanere inermi assistendo all’ennesimo sacrificio di Roma sul piano elettorale, per questo ci auguriamo che, sull’esempio del suo governo, anche qui si abbandonino le vecchie logiche di partito e si arrivi a una soluzione condivisa che porti a una pacificazione per il bene di tutti”. D’altronde ormai persino Salvini parla di comitato di liberazione nazionale e concordia obbligata.
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