Magnifico e in sordina. Centrale, ma defilato, o meglio, affossato in un catino archeologico di 7 metri. Il mausoleo d’Augusto è un grande paradosso. Un paradosso circolare che quando nel 28 a.C. – dopo la vittoria su Marco Antonio nella battaglia di Azio – Ottaviano Augusto decise di costruire era largo 90 metri e alto 45, abbastanza da gareggiare con la rupe del Pincio. Il più grande monumento funebre circolare dell’antica Roma ancora conservato, eppure rimasto per decine di anni in uno stato di abbandono come un rudere qualsiasi. Una vergogna sì, ma in un certo senso in linea con la sua storia travagliata. Già le guide turistiche medioevali escludevano il masuoleo, ormai inglobato dalle tante costruzioni proliferate nell’area, dalle meraviglie da vedere in città.
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