Roma capoccia
Un'altra estate con Raggi. Se il voto è rinviato, chi ci guadagna e chi perde?
Il Pd bifronte: sì all'alleanza con il M5s a livello regionale, ma no al bis della sindaca
Le parole di Zingaretti, quelle di Roberta Lombardi, e l'idea della "base per il futuro"
Nella campagna elettorale per Roma, iniziata sottotraccia, è arrivato un nuovo attore: il rinvio (probabilissimo) del voto amministrativo causa emergenza Covid. E se è vero che nel centrosinistra e nel centrodestra ancora non ci sono i nomi dei due principali sfidanti della sindaca ricandidata, è anche vero che il rinvio – e la conseguente ulteriore estate con un Campidoglio a guida Raggi – può cambiare più di un equilibrio. Specie visto il quadro generale: in questi giorni, infatti, Nicola Zingaretti, in qualità di governatore del Lazio oltreché di segretario del Pd, ha dato forma a quello che è stato chiamato “grande abbraccio locale” con il M5s, già alleato di governo, oggi nel governo Draghi e ieri nel governo Conte bis.
Il segretario del Pd, infatti (che, con Goffredo Bettini, di quell’alleanza rosso-gialla è il principale sponsor) anche a livello regionale da tempo dialoga con il M5s, e in particolare con l’ex avversaria Roberta Lombardi, al punto che, dopo l’uscita dell’assessore al Bilancio regionale Alessandra Sartore, ora sottosegretaria all’Economia, Lombardi stessa potrebbe diventare assessore alla Transizione Ecologica. E si parla anche di un’eventuale nomina in giunta per la consigliera grillina Valentina Corrado.
Il Pd intanto, nella direzione regionale, due giorni fa, ha definito, sempre per bocca del segretario, “l’allargamento ai Cinque Stelle nel Lazio la base per il futuro”. “L’obiettivo è dare stabilità al sistema e rafforzare la competitività del centrosinistra”, ha detto Zingaretti. Per Raggi non è una bella notizia: Lombardi è infatti una delle sue storiche avversarie interne.
Per il Pd, nonostante il tempo conquistato con il rinvio alle porte, è un’opportunità, ma anche una chiamata a muoversi in direzione certa. Nell’aria aleggia il nome di Roberto Gualtieri, ex ministro pd dell’Economia (Zingaretti ieri ha detto di “non averci ancora parlato”).
Intanto il Pd romano e laziale ribadisce, per parola dei segretari Andrea Casu e Bruno Astorre, la propria linea bifronte: “Il sì al rafforzamento politico della maggioranza in Regione premia le scelte fatte per costruire nel Lazio un modello politico che vede nel Pd il perno di un centrosinistra largo e aperto, ma il nostro giudizio sul totale fallimento dell’amministrazione Raggi è chiaro”, dice Casu. “A Roma la candidatura per il M5s della sindaca uscente Virginia Raggi preclude qualsiasi possibilità di dialogo”, dice Astorre, dopo che Lombardi aveva parlato di “primarie unite della rete progressista”.