(LaPresse)

Roma Capoccia

Trasporti pubblici a picco e traffico alle stelle, Covid o ritorno alla normalità?

Gianluca Roselli

Il lungotevere completamente bloccato alle due di pomeriggio, le consolari con code chilometriche non solo nelle ore di punta: “La situazione in città è un disastro"

“Ero da un po’ che mancavo da Roma. Mi dispiace solo perché vedo che il traffico è tornato ai livelli di qualche anno fa…”. Anche Enrico Letta, probabile futuro segretario del Pd, l’ha notato e così si esprimeva qualche giorno fa in un’intervista. Roma muore di traffico. Probabilmente a causa della paura del Covid, i romani hanno abbandonato il trasporto pubblico per tornare al mezzo privato. E così capita di trovarsi di fronte a scenari che non si vedevano da tempo. Come il lungotevere completamente bloccato alle due di pomeriggio di un normale giorno feriale. O le consolari con code chilometriche non solo nelle ore di punta. Ma si rischia di restare incolonnati un po’ ovunque.

 

Sull’Olimpica come sulla Casilina, da Cinecittà a Viale Parioli, sulla via Appia come sulla Trionfale. Si salva il centro, ma solo perché è tornata a funzionare la Ztl. Non senza polemiche, perché secondo diverse categorie gli accessi dovevano restare liberi. E invece si è richiuso e forse anche questa scelta è causa di ingorghi, almeno nel semicentro. L’aumento del traffico si può misurare numericamente con l’innalzamento delle auto che transitano in Ztl (+ 20 per cento da quando è stata riattivata rispetto ai dati di gennaio-febbraio 2020) e con l’aumento delle polveri sottili in città. Alla fine di febbraio, secondo i dati di Arpa Lazio, si sono susseguiti diversi giorni con i valori di Pm10 oltre il livello di guardia, superiori ai 50 microgrammi per metro cubo, in diverse zone della città, con punte anche sopra i 70.

 

“Da giorni respiriamo smog oltre i limiti. Picco causato dall’enorme numero di auto private in circolazione in ogni angolo della città. Ormai siamo alla saturazione”, è stato l’allarme lanciato da Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio. Insomma, stiamo assistendo a uno scenario ben diverso rispetto al lockdown della scorsa primavera quando, a causa del blocco, l’aria era migliorata e il traffico si era molto ridotto. Da ottobre-novembre, con la riapertura delle scuole e il ritorno sul posto di lavoro di una parte dei dipendenti pubblici e privati, i numeri sono risaliti. Fino ai livelli di questi giorni. Ma il motivo principale del boom di traffico (e smog) è il crollo nell’utilizzo dei trasporti pubblici. Il dato della metro è impressionante. Se in epoca pre-Covid il flusso giornaliero era di circa 700 mila ingressi al giorno, ora si varia tra i 300 e i 330 mila. Meno della metà. E pure inferiore è la situazione sugli autobus, che spesso viaggiano con un terzo dei viaggiatori quando le attuali normative consentirebbero di ospitarne almeno la metà, ovvero 50 posti su 100. “Le persone hanno paura di prendere i mezzi, che infatti trasportano un numero di passeggeri ben al di sotto della soglia consentita”, confermano da Atac.

L’azienda capitolina a dicembre ha subaffidato 10 linee ai privati, spostando mezzi e personale sulle linee dove c’è più richiesta, per un totale di 1500 corse in più al giorno. “Tutta la gente che non sta sugli autobus, sta in macchina”, estremizza, ma nemmeno poi tanto, un vigile urbano che vuole restare anonimo. “La situazione in città è un disastro, ci sono ingorghi ovunque e a tutte le ore, si calma solo dalle 18 in avanti”, aggiunge. Insomma, le persone hanno paura a viaggiare in bus e metro, anche se dati sui contagi sui mezzi non ce ne sono. L’effetto assembramento sulle banchine, del resto, si crea anche con una ventina di persone: la gente si spaventa e prende la macchina. Con l’inverno, poi, è diminuito pure l’uso del monopattino, che magari con la bella stagione riprenderà. “Noto anch’io un notevole aumento del traffico. Spero che questo periodo possa essere l’occasione per ripensare completamente la mobilità urbana, che è ferma a 30 anni fa, soprattutto in vista delle comunali”, sostiene il coordinatore dei Verdi, Angelo Bonelli. Secondo cui “il prossimo sindaco dovrà mettere ai primi posti della sua agenda la questione mobilità che va a intersecarsi col modello urbanistico del futuro”. Insomma, cosa vuol diventare Roma e in che modo vuole muoversi nei prossimi vent’anni, è questa la sfida. Nel frattempo ce ne stiamo tutti fermi e buoni in coda in automobile.

 

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